Home Press room Comunicati stampa
stampa

Comunicati stampa

13 marzo 2023
Coronavirus: tutti i numeri in calo negli ultimi sette giorni. Contagi (-10,1%), ricoveri ordinari (-10,2%), terapie intensive (-24,1%) e decessi (-5,3%). Con meno di mille richiami giornalieri nell’ultima settimana precipitano quarta (-32,4%) e quinta dose (-36,6%)

MONITORAGGIO PANDEMIA COVID-19

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 3-9 marzo 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (23.963 vs 26.658) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (216 vs 228) (figura 2). In calo anche le persone in isolamento domiciliare (141.005 vs 144.636), i ricoveri con sintomi (2.962 vs 3.297) e le terapie intensive (104 vs 137). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 216 (-5,3%)
  • Terapia intensiva: -33 (-24,1%)
  • Ricoverati con sintomi: -335 (-10,2%)
  • Isolamento domiciliare: -3.631 (-2,5%)
  • Nuovi casi: 23.963 (-10,1%)

Nuovi casi. «Dopo l’aumento di due settimane fa – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – prosegue il calo (-10,1%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 26 mila nella settimana precedente sfiorano quota 24 mila, con una media mobile a 7 giorni di 3.423 casi al giorno» (figura 3). I nuovi casi aumentano in 4 Regioni: dal +3,8% della Lombardia al +23,7% della Provincia Autonoma di Trento. In calo le restanti 17 Regioni: dal -2,1% del Friuli Venezia Giulia al -51,6% della Valle d’Aosta (tabella 1). In 37 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,7% di Verona al +217,1% di Rimini. Nelle restanti 70 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1,2% di Salerno al -48,2% di Aosta) (tabella 2).

Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-10,4%): da 533.212 della settimana 24 febbraio-2 marzo a 477.908 della settimana 3-9 marzo. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti dell’11% (-45.888), e quelli molecolari dell’8,1% (-9.416) (figura 4). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 4,4% al 4,3% per i tamponi molecolari e dal 5,2% al 5,1% per gli antigenici rapidi (figura 5).

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – cala il numero dei ricoveri sia in area medica (-10,2%) che in terapia intensiva (-24,1%)». In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 148 il 28 febbraio, sono scesi a 104 il 9 marzo; in area medica, raggiunto il massimo di 3.331 il 23 febbraio, sono scesi a 2.962 il 9 marzo (figura 6). Al 9 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 4,7% in area medica (dall’1,1% del Molise al 14,2% dell'Umbria) e dell’1% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 2,6% di Emilia Romagna e Molise) (figura 7). «In diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 12 ingressi/die rispetto ai 17 della settimana precedente» (figura 8).

Decessi. Diminuiscono i decessi (-5,3%): 216 negli ultimi 7 giorni, con una media di 31 al giorno rispetto ai 33 della settimana precedente.

MONITORAGGIO CAMPAGNA VACCINALE

Vaccini: persone non vaccinate. Al 10 marzo (aggiornamento ore 06.20) sono 8,61 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figura 9), di cui:

  • 8,29 milioni attualmente vaccinabili, pari al 13,9% della platea (dall’11,2% della Toscana al 26,3% della Provincia Autonoma di Trento);
  • 0,32 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,5% della platea (dallo 0,2% della Sicilia all’1,1% del Friuli Venezia Giulia).

Vaccini: terza dose. Al 10 marzo (aggiornamento ore 06.20) sono 8,51 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figura 10), di cui:

  • 7,66 milioni possono riceverla subito, pari al 15,6% della platea (dall’11,6% del Piemonte al 22,5% della Sicilia);
  • 0,85 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’1,7% della platea (dallo 0,5% della Valle D'Aosta al 3,4% del Veneto).                                               

Vaccini: quarta dose.  La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,2 milioni possono riceverlo subito, un milione di persone non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Al 10 marzo (aggiornamento ore 06.20) sono state somministrate 5.977.406 quarte dosi, con una media mobile di 926 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 1.370 della scorsa settimana (-32,4%) (figura 11). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,3% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45,2% del Piemonte (figura 12).

Vaccini: quinta dose.  La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 10 marzo (aggiornamento ore 06.20) sono state somministrate 489.861 quinte dosi, con una media mobile di 693 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 1.094 della scorsa settimana (-36,6%) (figura 13). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 15,6% con nette differenze regionali: dal 5,6% della Campania al 29,6% del Piemonte (figura 14).

Il monitoraggio GIMBE della pandemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org


Download comunicato

 

6 marzo 2023
Coronavirus: negli ultimi sette giorni in calo contagi (-9,4%) e decessi (-6,6%). Stabili i ricoveri (-1%) e lieve risalita delle terapie intensive (+3%). Coperture richiami in stallo: 31,2% per la quarta dose, 15,3% per la quinta dose

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 24 febbraio-2 marzo 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (26.658 vs 29.438) (figura 1), dei decessi (228 vs 244) (figura 2) e delle persone in isolamento domiciliare (144.636 vs 165.641). Stabili i ricoveri con sintomi (3.297 vs 3.331), mentre aumentano le terapie intensive (137 vs 133). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 228 (-6,6%)
  • Terapia intensiva: +4 (+3%)
  • Ricoverati con sintomi: -34 (-1%)
  • Isolamento domiciliare: -21.005 (-12,7%)
  • Nuovi casi: 26.658 (-9,4%)

Nuovi casi. «Dopo l’aumento della settimana scorsa – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra un nuovo calo (-9,4%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 29 mila nella settimana precedente scendono a oltre 26 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 3.800 casi al giorno» (figura 3). I nuovi casi aumentano in 4 Regioni: dal +5% del Molise al +63,2% della Valle d’Aosta. In calo le restanti 17 Regioni: dal -0,6% della Sicilia al -22,4% della Provincia Autonoma di Trento (tabella 1). In 31 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,7% di Teramo al +84,8% di Gorizia. Nelle restanti 75 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,7% di Brindisi al -76,7% di Rimini); stabile la Provincia Sud Sardegna con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti (tabella 2).

Testing. Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+5,3%): da 506.295 della settimana 17-23 febbraio a 533.212 della settimana 24 febbraio-2 marzo. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 5,9% (+23.114), mentre quelli molecolari del 3,4% (+3.803) (figura 4). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 4,9% al 4,4% per i tamponi molecolari e dal 6 % al 5,2% per gli antigenici rapidi (figura 5).

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – si segnala una sostanziale stabilità dei ricoveri in area medica (-1%), mentre sono in lieve risalita quelli in terapia intensiva (+3%)». In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il minimo di 126 il 24 febbraio, sono saliti a 137 il 2 marzo; in area medica, raggiunto il minimo di 3.177 il 17 febbraio, sono saliti a 3.297 il 2 marzo (figura 6). Al 2 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 5,2% in area medica (dall’1,7% della Lombardia al 13,4% dell'Umbria) e dell’1,4% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 4,4% della Sardegna) (figura 7). «In lieve aumento gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 17 ingressi/die rispetto ai 13 della settimana precedente» (figura 8).

Decessi. Diminuiscono i decessi (-6,6%): 228 negli ultimi 7 giorni, con una media di 33 al giorno rispetto ai 35 della settimana precedente.

MONITORAGGIO CAMPAGNA VACCINALE

Vaccini: persone non vaccinate. Al 2 marzo (aggiornamento ore 07.20) sono 8,63 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figura 9), di cui:

  • 8,28 milioni attualmente vaccinabili, pari al 13,9% della platea (dall’11,2% della Toscana al 26,3% della Provincia Autonoma di Trento);
  • 0,35 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,6% della platea (dallo 0,3% della Sicilia al 1,2% del Friuli Venezia Giulia).

Vaccini: terza dose. Al 2 marzo (aggiornamento ore 07.20) sono 8,52 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figura 10), di cui:

  • 7,58 milioni possono riceverla subito, pari al 15,5% della platea (dall’11,3% del Piemonte al 22,4% della Sicilia);
  • 0,94 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’1,9% della platea (dallo 0,6% della Valle D'Aosta al 3,7% del Veneto).                                                               

Vaccini: quarta dose.  La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,1 milioni possono riceverlo subito, un milione di persone non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 marzo (aggiornamento ore 07.20) sono state somministrate 5.967.572 quarte dosi (figura 11). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è fermo al 31,2% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45% del Piemonte (figura 12).

Vaccini: quinta dose.  La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,4 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 marzo (aggiornamento ore 07.20) sono state somministrate 482.887 quinte dosi (figura 13). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 15,3% con nette differenze regionali: dal 5,4% della Campania al 29,1% del Piemonte (figura 14).

Il monitoraggio GIMBE della pandemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org


Download comunicato

 

27 febbraio 2023
Coronavirus: nell’ultima settimana lieve risalita di contagi (+3,8%) e ricoveri ordinari (+4,1%). In calo terapie intensive (-13,6%) e decessi (-18,4%). Quarta dose: scendono ancora le somministrazioni giornaliere (-25,8%), scoperte 12,1 milioni di persone. Copertura quinta dose al palo (15,1%)

MONITORAGGIO PANDEMIA COVID-19

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 17-23 febbraio 2023, rispetto alla precedente, un lieve aumento di nuovi casi (29.438 vs 28.347) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (244 vs 299) (figura 2). In calo anche le persone in isolamento domiciliare (165.641 vs 182.174), aumentano i ricoveri con sintomi (3.331 vs 3.200) e mentre continua la discesa nelle terapie intensive (133 vs 154). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 244 (-18,4%)
  • Terapia intensiva: -21 (-13,6%)
  • Ricoverati con sintomi: +131 (+4,1%)
  • Isolamento domiciliare: -16.533 (-9,1%)
  • Nuovi casi: 29.438 (+3,8%)

Nuovi casi. «Dopo 6 settimane consecutive di calo – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra un lieve aumento (+3,8%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 28 mila nella settimana precedente salgono a oltre 29 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 4 mila casi al giorno» (figura 3). I nuovi casi aumentano in 14 Regioni: dallo 0,4% della Liguria al 15% del Lazio; mentre calano nelle restanti 7 Regioni: dal -1,9% del Piemonte al -25,3% della Sardegna (tabella 1). In 55 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,5% di Brescia al +74,5% di Vercelli, mentre nelle restanti 51 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1,2% di Bari al -51,8% di Sassari); stabile la Provincia di Barletta-Andria-Trani con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti (tabella 2).

Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-5,6%): da 536.080 della settimana 10-16 febbraio a 506.295 della settimana 17-23 febbraio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti dell’1% (-4.076), mentre quelli molecolari sono diminuiti del 18,7% (-25.709) (figura 4). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività aumenta dal 4,2% al 4,9% per i tamponi molecolari e dal 5,7% al 6% per gli antigenici rapidi (figura 5).

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE torna a salire il numero dei ricoveri sia in area medica (+4,1%) mentre prosegue il calo in terapia intensiva (-13,6%)». In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 133 il 23 febbraio; in area medica, raggiunto il minimo di 3.177 il 17 febbraio, sono saliti a 3.331 il 23 febbraio (figura 6). Al 23 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 5,2% in area medica (dall’1,7% del Molise al 13,3% dell'Umbria) e dell’1,3% in area critica (dallo 0% di Abruzzo, Basilicata, Molise, Prov. Aut. di Bolzano, Prov. Aut. di Trento e Valle d’Aosta al 3,7% della Calabria) (figura 7). «In lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 13 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente» (figura 8).

Decessi. Diminuiscono i decessi (-18,4%): 244 negli ultimi 7 giorni, con una media di 35 al giorno rispetto ai 43 della settimana precedente.

MONITORAGGIO CAMPAGNA VACCINALE

Vaccini: persone non vaccinate. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.22) sono 6,78 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figura 9), di cui:

  • 6,46 milioni attualmente vaccinabili, pari al 13,9% della platea (dall’11,1% della Toscana al 26,2% della Provincia Autonoma di Trento);
  • 0,32 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari al 0,6% della platea (dallo 0,3% della Sicilia all’1,2% del Friuli Venezia Giulia).

Vaccini: terza dose. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.22) sono 8,53 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figura 10), di cui:

  • 7,44 milioni possono riceverla subito, pari al 15,2% della platea (dal 10,8% del Piemonte al 22,3% della Sicilia);
  • 1,08 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 2,2% della platea (dallo 0,8% della Sicilia al 4,2% del Veneto).                                                              

Vaccini: quarta dose.  La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,1 milioni possono riceverlo subito, 1,1 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.22) sono state somministrate 5.958.606 quarte dosi, con una media mobile di 1.735 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.339 della scorsa settimana (-25,8%) (figura 11). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,2% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 44,8% del Piemonte (figura 12).         

Vaccini: quinta dose.  La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.22) sono state somministrate 476.013 quinte dosi, con una media mobile di 1.230 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 1.624 della scorsa settimana (-24,3%) (figura 13). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi rimane al palo e si attesta al 15,1% con nette differenze regionali: dal 5,2% della Campania al 28,7% del Piemonte (figura 14).

Il monitoraggio GIMBE della pandemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org


Download comunicato

 

23 febbraio 2023
Cure essenziali, le nuove “pagelle” del Ministero: nel 2020 promosse solo 11 Regioni, al sud solo la Puglia. Con la pandemia peggiorano quasi tutte le Regioni e la prevenzione paga il conto più salato. Analisi GIMBE: Emilia-Romagna in testa e Calabria in coda, enormi diseguaglianze tra nord e sud

Ogni anno il Ministero della Salute valuta l’erogazione delle prestazioni sanitarie - i cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) - che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket. «Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e bocciate (inadempienti)». Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, strumento che prevede uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che può arrivare sino al commissariamento della Regione.

Sino al 2019 lo strumento di valutazione era la cosiddetta “Griglia LEA”, che dal 2020 è stata sostituita da 22 indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), sempre suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera. Per ciascuna area viene assegnato un punteggio tra 0 e 100 e le Regioni vengono considerate adempienti se raggiungono un punteggio pari o superiore a 60 in ciascuna delle tre aree; con un punteggio inferiore a 60 anche in una sola area la Regione viene classificata inadempiente. «Considerato che il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza pandemica – precisa il Presidente – il monitoraggio dell’erogazione dei LEA è stato effettuato solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale».

A seguito della recente pubblicazione del “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” da parte del Ministero della Salute, la Fondazione GIMBE, spiega il Presidente «ha effettuato alcune analisi sia per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali nell’anno dello scoppio della pandemia, sia per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata, e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown della primavera 2020».

Adempimenti LEA 2020. Solo 11 Regioni risultano adempienti: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Le altre 10 sono inadempienti: Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Valle D’Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; la Calabria insufficiente in tutte le tre aree (tabella 1). «Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica nel Nord del Paese – commenta il Presidente – anche la nuova “pagella” conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria». Interessante notare che se alcune Regioni occupano posizioni simili nelle tre aree, documentando livelli omogenei di adempimento/non adempimento, per altre esiste un’importante variabilità delle performance tra le aree. In particolare, alcune Regioni si collocano in posizioni identiche nelle tre aree (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio). Viceversa, altre Regioni occupano posizioni molto diverse nelle tre aree. Ad esempio, l’Umbria è in prima posizione per la prevenzione, in dodicesima per l’area distrettuale e in undicesima per quella ospedaliera; la Liguria in settima posizione per l’area distrettuale, in quattordicesima per quella ospedaliera e in diciannovesima per la prevenzione; la Lombardia è in terza posizione per l’area distrettuale, in quinta per quella ospedaliera e in quattordicesima per la prevenzione; la Provincia autonoma di Trento è in prima posizione per l’area ospedaliera, in terza per la prevenzione e in decima per l’area distrettuale.

Considerato che il Ministero della Salute non sintetizza in un punteggio unico la valutazione degli adempimenti LEA, la Fondazione GIMBE ha elaborato una classifica di Regioni e Province autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree e riportando i risultati in ordine decrescente suddivisi in quartili (tabella 2 e figura 1). «Rispetto all’essere adempiente/inadempiente – commenta Cartabellotta – il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi due quartili si trovano 7 Regioni del Nord, 3 del Centro e nessuna del Sud, mentre nell’ultimo quartile, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni sono del Sud».

Gap 2019-2020. Considerato che il NSG è in sperimentazione dal 2016, La Fondazione GIMBE ha analizzato le differenze tra gli adempimenti 2020 e quelli 2019, al fine di valutare l’impatto della pandemia sui punteggi totali delle Regioni, oltre che sui tre macro-livelli assistenziali. Rispetto al 2019, nel 2020 i punteggi totali sono peggiorati in tutte le Regioni – fatta eccezione per la Provincia Autonoma di Trento e la Valle d’Aosta – dimostrando che la pandemia ha rappresentato un forte “stress test” per la sanità italiana. Tuttavia, tra le Regioni che hanno sperimentato una prima ondata molto violenta, il gap 2019-2020 è molto contenuto (<10 punti) per la Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia-Romagna; intermedio (10-25 punti) per Veneto e Piemonte; elevato per Lombardia e Liguria (>35 punti). D’altro canto, 7 delle 11 Regioni con gap superiore a 20 punti si trovano al Sud, di fatto risparmiato dalla prima ondata (tabella 3). «Questi dati – spiega il Presidente – confermano che la resilienza alla pandemia dei servizi sanitari regionali e la capacità di erogare le prestazioni essenziali nel 2020 sono state condizionate (in positivo) più dalle performance 2019 che (in negativo) dall’impatto della prima ondata».

Relativamente all’impatto della pandemia sui tre macro-livelli assistenziali, considerando tutto il territorio nazionale, il gap massimo tra il 2020 e il 2019 si registra nell’area della prevenzione (-263 punti), quindi in quella ospedaliera (-150 punti); al contrario l’area distrettuale nel 2020 fa rilevare un lieve miglioramento (+5 punti) (tabella 4). «Il crollo della prevenzione – spiega il Presidente – è l’inevitabile conseguenza sia degli esigui investimenti in quest’area, sia del fatto che il personale già limitato in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella gestione dell’emergenza pandemica»

«Il lancio della nuova “pagella” – conclude Cartabellotta – proprio nell’anno della pandemia restituisce risultati inevitabilmente condizionati dalla gestione dell’emergenza COVID-19. Tuttavia, dalle nostre analisi emergono tre elementi fondamentali. Innanzitutto, il gap Nord-Sud non si è ridotto nonostante molte Regioni del Nord siano state colpite in maniera drammatica dalla prima ondata e, al tempo  stesso, quelle del Sud siano state risparmiate grazie al lockdown; in secondo luogo, le Regioni settentrionali più colpite dalla pandemia hanno mostrato una differente resilienza, inevitabilmente condizionata dalla qualità del servizio sanitario regionale pre-pandemia; infine, la “sorella povera” della sanità, ovvero la prevenzione, è stata quella che ha pagato il conto più salato, in termini di erogazione di prestazioni essenziali».


Download comunicato

 

20 febbraio 2023
Coronavirus: negli ultimi sette giorni continuano a scendere contagi (-8,3%), ricoveri ordinari (-7,5%) e terapie intensive (-5,5%) ma aumentano nuovamente i decessi (+7,2%). Vaccini: crollano le somministrazioni della quarta (-31%) e della quinta dose (-22,4%)

MONITORAGGIO PANDEMIA COVID-19

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 10-16 febbraio 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (28.347 vs 30.901) (figura 1) e un aumento dei decessi (299 vs 279) (figura 2). In calo le persone in isolamento domiciliare (182.174 vs 192.436), i ricoveri con sintomi (3.200 vs 3.459) e le terapie intensive (154 vs 163). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 299 (+7,2%)
  • Terapia intensiva: -9 (-5,5%)
  • Ricoverati con sintomi: -259 (-7,5%)
  • Isolamento domiciliare: -10.262 (-5,3%)
  • Nuovi casi: 28.347 (-8,3%)

Nuovi casi. «Seppur ampiamente sottostimati – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali si confermano in ulteriore calo (-8,3%): da quasi 31 mila nella settimana precedente scendono a oltre 28 mila, con una media mobile a 7 giorni di poco oltre 4 mila casi al giorno» (figura 3). I nuovi casi diminuiscono in tutte le Regioni ad eccezione di Campania (+2,1%), Friuli Venezia Giulia (+2,5%), Lazio (+1,2%) e Molise (+7,7%): dal -3,4% della Basilicata al -31,9% delle Marche (tabella 1). In 25 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,2% di Bari al +57,1% di Sondrio, mentre nelle restanti 78 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,3% di Torino al -53,4% di Macerata); stabili Frosinone e Enna con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti (tabella 2).

Testing. Si registra un lieve calo del numero dei tamponi totali (-2%): da 547.026 della settimana 3-9 febbraio a 536.080 della settimana 10-16 febbraio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 6,5% (-27.797), mentre quelli molecolari sono aumentati del 14% (+16.851) (figura 4). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 5% al 4,2% per i tamponi molecolari e dal 5,8% al 5,7% per gli antigenici rapidi (figura 5).

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-7,5%) che in terapia intensiva (-5,5%)». In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 154 il 16 febbraio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a 3.200 il 16 febbraio (figura 6). Al 16 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 5% in area medica (dall’1,1% del Molise al 15% dell'Umbria) e dell’1,6% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Valle d'Aosta al 3,6% dell'Emilia Romagna) (figura 7). «In lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 14 ingressi/die rispetto ai 15 della settimana precedente» (figura 8).

Decessi. Tornano a salire i decessi (+7,2%): 279 negli ultimi 7 giorni, con una media di 43 al giorno rispetto ai 40 della settimana precedente.

MONITORAGGIO CAMPAGNA VACCINALE

Vaccini: persone non vaccinate. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 07.42) sono 6,77 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figura 9), di cui:

  • 6,43 milioni attualmente vaccinabili, pari all’11,2% della platea (dal 7,4% della Provincia Autonoma di Trento al 14,7% della Provincia Autonoma di Bolzano);
  • 0,34 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,6% della platea (dallo 0,3% della Basilicata all’1,3% del Friuli Venezia Giulia).

Vaccini: terza dose. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 07.42) sono 7,24 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figura 10), di cui:

  • 6,04 milioni possono riceverla subito, pari al 12,7% della platea (dall’8,4% della Lombardia al 20,5% della Sicilia);
  • 1,2 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 2,5% della platea (dallo 0,9% della Sicilia al 4,8% del Veneto).

Vaccini: quarta dose.  La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12 milioni possono riceverlo subito, 1,1 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 07.42) sono state somministrate 5.946.113 quarte dosi, con una media mobile di 2.279 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 3.304 della scorsa settimana (-31%) «numeri che documentano un crollo delle somministrazioni – afferma Cartabellotta – che prosegue da oltre un mese» (figura 11). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,1% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 44,6% del Piemonte (figura 12).                                                                                        

Vaccini: quinta dose.  La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 17 febbraio (aggiornamento ore 07.42) sono state somministrate 466.880 quinte dosi, con una media mobile di 1.576 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.032 della scorsa settimana (-22,4%) e un trend in discesa iniziato a fine gennaio (figura 13). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 14,8% con nette differenze regionali: dal 5% della Campania al 28 % del Piemonte (figura 14).

Il monitoraggio GIMBE della pandemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org


Download comunicato

 

13 febbraio 2023
Coronavirus: nell’ultima settimana continua la discesa di contagi (-10,1%), ricoveri ordinari (-6,8%) e terapie intensive (-8,9%). Tornano a scendere i decessi (-36,4%). Quarta dose: scoperte più di 2 persone su 3 e somministrazioni in calo (-29,1%). Quinta dose: copertura al 14,5%

MONITORAGGIO PANDEMIA COVID-19

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 3-9 febbraio 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (30.901 vs 34.377) (figura 1) e una diminuzione dei decessi (279 vs 439) (figura 2). In calo anche i casi attualmente positivi (196.058 vs 227.985), le persone in isolamento domiciliare (192.436 vs 224.094), i ricoveri con sintomi (3.459 vs 3.712) e le terapie intensive (163 vs 179). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 279 (-36,4%), di cui 21 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: -16 (-8,9%)
  • Ricoverati con sintomi: -253 (-6,8%)
  • Isolamento domiciliare: -31.658 (-14,1%)
  • Nuovi casi: 30.901 (-10,1%)
  • Casi attualmente positivi: -31.927 (-14%)

Nuovi casi. «Seppur ampiamente sottostimati – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali si confermano in ulteriore calo (-10,1%): dai 34 mila della settimana precedente scendono a oltre 31 mila, con una media mobile a 7 giorni di poco oltre 4 mila casi al giorno» (figura 3). I nuovi casi diminuiscono in tutte le Regioni ad eccezione di Marche (+12,2%), Provincia Autonoma di Trento (+0,4%), Sardegna (+25,9%), Toscana (+2,5%) e Valle d’Aosta (+12,5%): dal -0,5% del Veneto al -51,9% del Molise (tabella 1). In 36 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,4% di Trento al +91,5% di Sassari, mentre nelle restanti 69 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,2% di Bologna al -63,6% di Enna); stabili Trento e Cagliari con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti (tabella 2).

Testing.Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-8,1%): da 595.539 della settimana 27 gennaio-2 febbraio a 547.026 della settimana 3-9 febbraio. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 9,9% (-47.013), mentre quelli molecolari sono diminuiti dell’1,2% (-1.500) (figura 4). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 5,3% al 5% per i tamponi molecolari e si riduce dal 5,9% al 5,8% per gli antigenici rapidi (figura 5).

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-6,8%) che in terapia intensiva (-8,9%)». In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 163 il 09 febbraio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a 3.459 il 09 febbraio (figura 6). Al 09 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 5,4% in area medica (dallo 0,6% del Molise al 17,7% dell'Umbria) e dell’1,6% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Valle d'Aosta al 4% dell'Emilia Romagna) (figura 7). «In lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 15 ingressi/die rispetto ai 18 della settimana precedente» (figura 8).

Decessi. Tornano a scendere i decessi (-36,4%): 279 negli ultimi 7 giorni (di cui 21 riferiti a periodi precedenti), con una media di 40 al giorno rispetto ai 63 della settimana precedente.

MONITORAGGIO CAMPAGNA VACCINALE

Vaccini: persone non vaccinate. Al 10 febbraio (aggiornamento ore 07.57) sono 6,77 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (figura 9), di cui:

  • 6,4 milioni attualmente vaccinabili, pari all’11,1% della platea (dal 7,3% della Provincia Autonoma di Trento al 14,6% della Provincia Autonoma di Bolzano);
  • 0,37 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,6% della platea (dallo 0,3% della Puglia all’1,4% del Friuli Venezia Giulia).

Vaccini: terza dose. Al 10 febbraio (aggiornamento ore 07.57) sono state somministrate 40.462.274 terze dosi, con una media mobile a 7 giorni di 415 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 625 della settimana precedente (-33,6%). In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,8%: dal 78,7% della Sicilia all’88,8% della Lombardia. Sono 7,24 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster (figura 10), di cui:

  • 5,92 milioni possono riceverla subito, pari al 12,4% della platea (dall’8,1% del Piemonte al 20,4% della Sicilia);
  • 1,32 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 2,8% della platea (dallo 0,9% della Sicilia al 5,2% del Veneto).                                                                              

Vaccini: quarta dose.  La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12 milioni possono riceverlo subito, 1,2 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 10 febbraio (aggiornamento ore 07.57) sono state somministrate 5.928.512 quarte dosi, con una media mobile di 3.223 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 4.549 della scorsa settimana (-29,1%) (figura 11). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), restano scoperte più di 2 persone su 3: il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi, infatti, è del 31% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 44,4% del Piemonte (figura 12).                                                                                                            

Vaccini: quinta dose.  La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 10 febbraio (aggiornamento ore 07.57) sono state somministrate 455.001 quinte dosi, con una media mobile di 1.966 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 1.960 della scorsa settimana (+0,3%) (figura 13). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 14,5% con nette differenze regionali: dal 4,8% della Campania al 27,1% del Piemonte (figura 14).

Il monitoraggio GIMBE della pandemia COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org


Download comunicato

Torna alla prima pagina
1
2
3
4
Vai all'ultima pagina



Pagina aggiornata il 22/06/2022