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10 novembre 2014
Sperimentazioni cliniche: i comitati etici devono proteggere i pazienti da profitti e conflitti

IL PROCESSO DI REGOLAMENTAZIONE DELLA RICERCA, OGGI SPROPORZIONATO RISPETTO AI RISCHI REALI, STA COMPROMETTENDO PARADOSSALMENTE GLI INTERESSI DEI PAZIENTI SIA CON L'APPROVAZIONE DI PROTOCOLLI SENZA ALCUNA RILEVANZA CLINICA O DAL DISEGNO INADEGUATO, SIA PER L'INCAPACITÀ DI METTERE IN ATTO AZIONI CONCRETE PER GARANTIRE LA PUBBLICAZIONE DI TUTTI GLI STUDI .

È questo il messaggio lanciato in occasione della Convention Nazionale “Sperimentazioni Cliniche: Nuove Sfide per i Comitati Etici”, evento organizzato e interamente sostenuto dalla Fondazione GIMBE, al quale hanno partecipato oltre 100 rappresentanti di 65 comitati etici provenienti da 16 regioni italiane.

Nella lettura inaugurale il Presidente Nino Cartabellotta ha dimostrato che l’evoluzione delle conoscenze sull'efficacia delle terapie è condizionata negativamente da sprechi di risorse che affliggono i processi attraverso cui la ricerca viene commissionata, pianificata, condotta, analizzata, normata, gestita, disseminata e pubblicata. Silvio Garattini, Paola Mosconi e Marco Bobbio hanno ribadito la necessità di riallineare i legittimi interessi dell’industria ai bisogni di cittadini e pazienti, grazie anche al loro coinvolgimento attivo nel definire le priorità della ricerca e rigorose policy sui conflitti di interesse. Nicola Montanaro e Aldo Maggioni hanno approfondito il tema della ricerca no-profit, sottolineando la carenza di risorse dedicate nel nostro Paese, ma anche la necessità di nuovi impulsi normativi. L’Agenzia Italiana del Farmaco, con gli interventi di Donatella Gramaglia e Paola Aita, ha illustrato il nuovo regolamento europeo sulla sperimentazione clinica di medicinali e presentato la nuova piattaforma dell’Osservatorio Nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali (OsSC).

Nella sessione interattiva Cartabellotta ha avanzato ai comitati etici italiani tre proposte per proteggere i pazienti da profitti e conflitti:

• Valutare la completezza delle informazioni contenute nei protocolli delle sperimentazioni cliniche utilizzando lo SPIRIT Statement, una checklist condivisa a livello internazionale

• Approvare definitivamente i trial dopo la registrazione in uno dei registri primari dell’International Clinical Trials Registry Platform, l’iniziativa lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

• Identificare precocemente e valutare con estrema cautela i protocolli di sperimentazioni cliniche potenzialmente irrilevanti per il progresso delle conoscenze, che rischiano di danneggiare i pazienti e alimentare gli sprechi della ricerca. Per supportare i comitati etici, la Fondazione GIMBE ha proposto 6 segni di allarme (red flags): il mancato riferimento a revisioni sistematiche delle conoscenze disponibili per giustificare la necessità del nuovo studio; l’esclusiva valutazione di outcome surrogati di rilevanza clinica non provata; lo sponsor che mantiene la proprietà dei dati e/o non ne consente l’accesso; trial verso placebo in presenza di trattamenti efficaci; il trial con disegno di non inferiorità; i trial di disseminazione.

«Se oltre il 25% degli sprechi in sanità consegue alla prescrizione/erogazione di interventi sanitari inefficaci e inappropriati» ha concluso Cartabellotta rivolgendosi alla politica « perché il SSN preferisce introdurre continuamente sul mercato trattamenti di efficacia non provata piuttosto che investire in ricerca comparativa indipendente, generando conoscenze utili a ridurre gli sprechi? Per iniziare basterebbe 1% del fondo sanitario nazionale».

Tutte le relazioni presentate sono disponibili a: www.gimbe.org/comitati-etici-2014


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3 novembre 2014
30 giovani professionisti sanitari alla scuola della Fondazione GIMBE

Selezionati i vincitori delle borse di studio del progetto GIMBE4YOUNG

Per il secondo anno consecutivo 30 laureati in Medicina e Chirurgia e Professioni Sanitarie e specializzandi under 32, provenienti da 16 regioni e selezionati tra oltre 270 candidati, parteciperanno al corso di formazione Evidence-based Practice (Bologna, 19-20 dicembre 2014 e 15-16 gennaio 2015) grazie alle borse di studio interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE. Il corso permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze indispensabili per il loro aggiornamento continuo, secondo quanto standardizzato dall’Evidence-based Practice core curriculum, certificato a livello europeo.

«Nessun professionista sanitario oggi può fare a meno di strumenti e competenze per ricercare e valutare criticamente le migliori evidenze scientifiche» afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Purtroppo oggi il crescente sovraccarico dell’informazione biomedica rende estremamente complessa questa modalità di aggiornamento, perché meno del 5% della letteratura pubblicata “merita” di essere realmente integrata nelle decisioni cliniche».

«Considerato che, ad eccezione di realtà isolate, metodi e strumenti dell’Evidence-based Practice non sono stati ancora introdotti formalmente nella formazione di base del medico e delle professioni sanitarie – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ha riconfermato questa iniziativa che ha suscitato un enorme interesse nelle nuove generazioni di professionisti sanitari».

Le borse di studio rientrano nel progetto GIMBE4YOUNG attraverso il quale la Fondazione GIMBE intende colmare i gap tra l'attuale formazione di base e specialistica, gli obiettivi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Formazione Continua in Medicina e le competenze richieste dal servizio sanitario nazionale dove un adeguato trasferimento delle evidenze alla pratica clinica è indispensabile per ridurre gli sprechi dovuti al sovra/sottoutilizzo di farmaci, test diagnostici e altri interventi sanitari.

La Fondazione GIMBE ha già previsto una terza edizione: il bando sarà pubblicato il 13 marzo 2015, in occasione della 10a Conferenza Nazionale GIMBE.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe4young.it


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15 ottobre 2014
La sicurezza del paziente prima di tutto: la blacklist dei farmaci

LA FONDAZIONE GIMBE HA TRADOTTO E ADATTATO LA LISTA DI FARMACI DA EVITARE PUBBLICATA DA PRESCRIRE INTERNATIONAL AL FINE DI OFFRIRE A MEDICI, PAZIENTI E DECISORI UNO STRUMENTO BASATO SULLE EVIDENZE FINALIZZATO A PROTEGGERE LA SALUTE DEI PAZIENTI E AD EVITARE GLI SPRECHI

«Se è vero che una quota consistente degli sprechi in Sanità consegue alla prescrizione ed erogazione di interventi sanitari inefficaci, inappropriati e dal low-value» afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE «è indispensabile ripartire dalle migliori evidenze scientifiche per identificare tali interventi al fine di ridurre le asimmetrie informative tra il mondo della ricerca e quello dell’assistenza sanitaria». Nell’ambito del progetto “Salviamo il Nostro SSN”, la Fondazione GIMBE inaugura sulla rivista Evidence la rubrica “Less is More”, traducendo e adattando al contesto nazionale la lista pubblicata da Prescrire International, rivista d’informazione indipendente sui farmaci che lavora in assoluta indipendenza per fornire a professionisti sanitari e pazienti informazioni chiare, affidabili, aggiornate e scevre da conflitti di interesse e pressioni commerciali.

«I destinatari della lista sono innanzitutto i medici che dovrebbero valutare con estrema cautela la prescrizione di questi farmaci» precisa il Presidente «ma anche le autorità regolatorie, perché allo stato attuale delle conoscenze il profilo rischio-beneficio dei farmaci inclusi è sfavorevole in tutte le indicazioni approvate. Di conseguenza, per un’adeguata tutela dei pazienti, è necessario valutare l’opportunità di mantenerli sul mercato o di limitarne le indicazioni autorizzate». I 54 farmaci della blacklist appartengono a quattro categorie: farmaci con effetti collaterali eccessivi rispetto ai benefici; vecchi farmaci con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto a nuove molecole; nuovi farmaci con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto alle alternative; farmaci per i quali non esistono adeguate prove di efficacia, ma è ben documentato il rischio di gravi effetti avversi.

«Anche quando non esistono alternative soddisfacenti a questi farmaci» continua il Presidente «non è mai giustificato in assenza di prove di efficacia esporre i pazienti a rischi severi, anche nelle gravi patologie. In assenza di trattamenti efficaci nel migliorare la prognosi della malattia, l’opzione migliore è sempre rappresentata da una terapia di supporto personalizzata, perché la sicurezza del paziente viene prima di tutto».

L’articolo integrale è disponibile a: www.evidence.it/blacklist-farmaci


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26 settembre 2014
I LEA 14 anni dopo: la revisione è necessaria ma non sufficiente

CONTRO LE INNUMEREVOLI ASIMMETRIE INFORMATIVE CHE ALIMENTANO CONSUMISMO SANITARIO E SPRECHI NEL NOSTRO SSN E’ INDISPENSABILE UNA METODOLOGIA RIGOROSA E TRASPARENTE PER LA DEFINIZIONE, l’AGGIORNAMENTO  E IL MONITORAGGIO DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA

Con questo monito Nino Cartabellotta ─ Presidente della Fondazione GIMBE ─ è intervenuto alla sessione inaugurale del 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Health Technology Assessment: in vista della imminente revisione annunciata dal Patto per la Salute 2014-2016, il Presidente ha ripercorso  14 anni della storia legislativa e applicativa dei LEA, soffermandosi su promesse mancate e nuove sfide relative all’articolazione dei LEA, ai criteri di definizione e aggiornamento e al loro monitoraggio.

«Per garantire la sostenibilità del SSN il denaro pubblico deve finanziare solo servizi, prestazioni e interventi sanitari efficaci, appropriati e dall’high value. Purtroppo il DPCM sui LEA non codifica, o quantomeno non dettaglia in maniera analitica, prestazioni e procedure: al fine di definire criteri di appropriatezza professionale, oltre che organizzativa, è necessario dunque identificare all’interno dei sottolivelli dei LEA la gamma dei servizi da organizzare e, nell’ambito di tali servizi, definire quali prestazioni sanitarie includere nei LEA (liste positive) e quali escludere (liste negative)».

«Oggi – continua Cartabellotta – la criticità più rilevante non è l'aggiornamento dei LEA in quanto tale, ma risiede nelle metodologie utilizzate sia per definire l'elenco delle prestazioni da includere/escludere, sia per integrare le migliori evidenze nella definizione e aggiornamento dei LEA. Non dimentichiamo che, secondo quanto dettato dal DPCM 29-11-2001 i LEA includono “Tipologie di assistenza, servizi e prestazioni sanitarie che presentano, per specifiche condizioni cliniche, evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, individuale o collettiva, a fronte delle risorse impiegate”, mentre escludono quelli che “non soddisfano il principio dell’efficacia e della appropriatezza o non soddisfano il principio dell’economicità nell’impiego delle risorse”. Questi sacrosanti principi di evidence-based policy making devono essere confermati con i fatti, oppure completamente rivisti se non ritenuti più validi».

Riguardo al monitoraggio il Presidente ha sottolineato che «L'adempimento dei LEA non può essere una partita giocata esclusivamente tra Stato e Regioni con finalità quasi esclusivamente finanziarie, ma deve coinvolgere attivamente tutti i livelli organizzativi e operativi del SSN. È indispensabile pertanto ampliare il numero e la tipologia di indicatori per valutare gli adempimenti LEA delle Regioni, identificare a cascata set di indicatori più specifici da integrare negli obiettivi delle aziende sanitarie e dei professionisti e sperimentare sistemi premianti a tutti i livelli correlati al raggiungimento degli obiettivi definiti dai LEA».

Visto che il DPCM sui LEA afferma che "Le prestazioni innovative per le quali non sono disponibili sufficienti e definitive evidenze scientifiche di efficacia possono essere erogate esclusivamente nell’ambito di appositi programmi di sperimentazione il Presidente chiede «Con quali fondi dovrebbero essere avviati queste sperimentazioni se tra i progetti finanziati dalla ricerca finalizzata (130 mln per gli anni 2011-2012) domina la ricerca di base, fa un timido capolino la ricerca clinica e la ricerca sui servizi sanitari è di fatto inesistente?».

Infine il Presidente ha lanciato una scottante provocazione per sottolineare quanto la definizione dei LEA segua troppo spesso logiche di consenso sociale e politico: «Lo Stato e la maggior parte delle Regioni non hanno ritenuto meritevole di alcuna discussione l’opportunità di inserire la fecondazione eterologa nei LEA. Ma se il diritto alla maternità deve essere tutelato, allora dovrebbero essere a carico del SSN anche i costi che le coppie sostengono per le adozioni!»


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15 settembre 2014
Nuovi tagli al SSN? La salute degli Italiani vale più di 80 euro in Sanità

RIMBORSARE CON IL DENARO PUBBLICO SOLO QUELLO CHE FUNZIONA E SERVE ALLA NOSTRA SALUTE. STOP A SERVIZI E PRESTAZIONI SANITARIE INUTILI E DANNOSI, DIFESI STRENUAMENTE PER MERE LOGICHE DI CONSENSO ELETTORALE, E ALLE FALSE INNOVAZIONI PROPOSTE DAL SEDUTTIVO MERCATO DELLA SALUTE E CALDEGGIATE DALLE LOBBIES PROFESSIONALI

Con questo monito Nino Cartabellotta ─ Presidente della Fondazione GIMBE ─ interviene nell’acceso dibattito sui nuovi possibili tagli alla Sanità pubblica.  «Per effettuare una sana spending review in Sanità non serve l’accetta, ma una chirurgia superselettiva» afferma Cartabellotta «finalizzata ad eliminare miliardi di euro/anno di inaccettabili sprechi che si annidano a tutti i livelli: politico, organizzativo, professionale e sociale».

«Il tema della sostenibilità del SSN non può essere affrontato esclusivamente sotto il segno della finanza pubblica» prosegue il Presidente «Occorre  mirare al duplice obiettivo di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, sotto il segno delle migliori evidenze scientifiche. Considerato che la maggior parte degli sprechi conseguono al limitato trasferimento delle evidenze alla pratica clinica e all’organizzazione dei servizi sanitari, la sostenibilità del SSN non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell'intero processo per trasferire le conoscenze all'assistenza sanitaria».

«Senza un’adeguata programmazione e una governance nazionale» continua Cartabellotta «la spending review “interna” alla Sanità definita dal Patto per la Salute rischia di rimanere lettera morta. Infatti, se è sacrosanto che tutte le risorse recuperate rimangano nel comparto sanitario, in assenza di chiari obiettivi di disinvestimento e riallocazione, la maggior parte delle Regioni non riuscirà mai nella duplice titanica impresa di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, oltre che effettuare i necessari investimenti strutturali».

«Dal momento che nel programma dei mille giorni non s’intravedono impegni concreti per la Sanità, il Governo deve, una volta per tutte, scoprire le sue carte» conclude il Presidente «Delle due l’una: o manca un disegno in grado di generare consenso, oppure il disegno esiste, ma è meglio non renderlo pubblico perché rischia di generare un dissenso generale. In particolare, se il Governo è stato realmente sedotto dal “venticello europeo” che intende liberarsi di una consistente parte della spesa pubblica destinata alla Sanità meglio non parlarne. Peccato che questo “assordante silenzio”  stia in realtà spianando la strada all'intermediazione assicurativa e finanziaria dei privati e sfilando dalle tasche degli italiani un servizio sanitario pubblico, conquista sociale difficilmente compensabile con 80 euro al mese!».


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9 settembre 2014
Health Technology Assessment: stop alle false innovazioni in Sanità

OGGI È INDISPENSABILE VALUTARE CONTINUAMENTE L’EFFICACIA, LA SICUREZZA E L’IMPATTO ECONOMICO DELLE TECNOLOGIE SANITARIE PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA E CONTRIBUIRE ALLA SOSTENIBILITÀ DEL SSN

«La sostenibilità del nostro SSN» afferma il Presidente Nino Cartabellotta «è continuamente minata dalla proliferazione incontrollata di tecnologie sanitarie spalleggiata dalle crescenti aspettative di cittadini e pazienti, oggi regrediti al ruolo di consumatori di servizi e prestazioni sanitarie. Di fronte all’espansione di un “mercato della salute” continuamente invaso da innumerevoli false innovazioni, non è più differibile una governance istituzionale delle tecnologie sanitarie attraverso una sistematica attività di Health Technology Assessment (HTA)».

«Nell’ultimo ventennio in Italia » continua Cartabellotta « diversi fattori hanno reso il SSN un acquirente disinformato di tecnologie sanitarie: la limitata cultura dell’HTA, enfatizzata sino al 2007 dall’assenza di un’agenzia nazionale; lo scarso coinvolgimento degli stakeholders; l’input all’acquisizione di tecnologie proveniente dal mondo clinico in maniera autoreferenziale e spesso condizionato da conflitti d’interesse; l’estremo turn over delle tecnologie sanitarie, mantenuto dall’industria per sostenere il mercato; il filtro “a maglie larghe” delle autorità regolatorie spesso incapaci di arginare il mercato delle false innovazioni; le autonomie regionali che hanno impedito l’attuazione di una forte politica nazionale di HTA».

«Anche se con notevole ritardo rispetto ad altri paesi, l’HTA è divenuta anche in Italia oggetto di crescente interesse e acceso dibattito in ambito sanitario, per le sue potenzialità di indirizzare le decisioni di politica sanitaria » conclude il Presidente. «In questa direzione, è di grande rilevanza che un documento di programmazione sanitaria quale il Patto per la Salute 2014-2016 abbia identificato nell’HTA lo strumento per la governance di dispositivi medici (articolo 26) e farmaci (articolo 27)».

Per tutti gli stakeholders impegnati in attività di HTA, la Fondazione GIMBE ha realizzato la traduzione italiana di una checklist finalizzata a uniformare la metodologia di conduzione degli HTA report e a consentire agli utilizzatori di valutarne qualità e affidabilità. La checklist è stata realizzata dall’INAHTA (International Network of Agencies of Health Technology Assessment), il network internazionale che coordina l’attività di 53 agenzie, di cui tre italiane (Age.Na.S, Agenzia Sociale e Sanitaria Emilia Romagna, Unità di Valutazione delle Tecnologie del Policlinico Gemelli).

La traduzione ufficiale della checklist INAHTA è disponibile gratuitamente a: www.gimbe.org/INAHTA


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14 aprile 2014
Bando per l'erogazione di 30 Borse di Studio

Nell’ambito del progetto GIMBE4Young, la Fondazione GIMBE indice una selezione nazionale per l’attribuzione di n. 30 borse di studio, ciascuna del valore nominale di € 800,00, destinate a laureati in Medicina e Chirurgia e Professioni Sanitarie e a specializzandi.

Le borse di studio, interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE, saranno destinate alla partecipazione al corso di formazione “Evidence-based Practice” (Bologna, 19-20 dicembre 2014 e 15-16 gennaio 2015), permettendo agli assegnatari di acquisire l’EBP core curriculum, set di conoscenze, attitudini e skills necessarie a tutti i professionisti sanitari, certificato dall’EU-EBM Unity Project.

La scadenza del bando è fissata al 29 agosto 2014.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe4young.it/bando2014


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1 aprile 2014
Revisione Titolo V: necessaria ma non sufficiente

FONDAMENTALE ELIMINARE LA LEGISLAZIONE CONCORRENTE CHE RAPPRESENTA UN FATTORE DI COMPLICAZIONE ISTITUZIONALE, MA IL TESTO ATTUALE NON GARANTISCE LA RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE REGIONALI. LA COSTITUZIONE DEVE ASSEGNARE ESPLICITAMENTE ALLO STATO NON SOLO LA DEFINIZIONE, MA ANCHE LA VERIFICA DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA.

È questo il commento della Fondazione GIMBE alle proposte del Governo di restyling del Titolo V della Costituzione per ciò che riguarda la materia sanitaria.

«L’eliminazione della legislazione concorrente Stato e Regioni dovrebbe porre fine alla eccessiva frammentazione che oggi rappresenta un fattore di grave complicazione istituzionale» – afferma il Presidente Nino Cartabellotta. « La ridefinizione delle competenze "esclusive" dello Stato e di quelle "residuali" delle Regioni dovrebbe facilitare quella leale collaborazione tra Stato e Regioni, indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute e la responsabilità pubblica della sua tutela».

«Tuttavia – continua il Presidente – secondo quanto contenuto nel Rapporto GIMBE sul SSN, la revisione del Titolo V è necessaria, ma non sufficiente perché è indispensabile potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sui 21 servizi sanitari regionali, attraverso quattro interventi finalizzati a prevenire le diseguaglianze regionali in termini di offerta di servizi e prestazioni sanitarie, di appropriatezza di processi clinici e organizzativi e di esiti di salute:

  • (Ri)definizione a livello nazionale dei requisiti minimi di accreditamento per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private e conseguente verifica.
  • (Ri)definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) articolando, oltre che i livelli, i sottolivelli e i servizi, anche le prestazioni e le procedure, al fine di identificare gli standard di appropriatezza professionale e organizzativa.
  • Definizione di un set multidimensionale di indicatori condiviso con le Regioni, per valutare le performance sanitarie in tutto il territorio nazionale utilizzando le stesse “unità di misura”.
  • Produzione e continuo aggiornamento di standard nazionali, quali linee guida, report di health technology assessment, strumenti decisionali per i pazienti, che sintetizzino con adeguato rigore metodologico le migliori evidenze disponibili per guidare pianificazione e organizzazione dei servizi sanitari, pratica clinica e informazione dei cittadini.

«Anche se la maggior parte di questi interventi sono di natura “tecnica”, la lettera m) dell’articolo 117 – precisa Cartabellotta – rimane orfana di una parola indispensabile per garantire l’uniformità dei LEA, perché allo Stato non spetta solo di determinare i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ma anche di verificarli con uno strumento più analitico della “griglia LEA” attualmente utilizzata. Considerare la verifica un aspetto esclusivamente tecnico, non citandola nella riforma del Titolo V, rischia (involontariamente?) di indebolire ulteriormente lo Stato, legittimando le peggiori autonomie regionali, oggi di fatto rafforzate dalla eliminazione della legislazione concorrente».

«In linea con le azioni proposte dal Rapporto GIMBE sul SSN – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE suggerisce di modificare la lettera m) del secondo comma dell’articolo 117 in “determinazione e verifica dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”».


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25 marzo 2014
Lettera aperta a Matteo Renzi

PER SALVARE LA SANITÀ PUBBLICA SERVE UNA SPENDING REVIEW EFFICACE, MA INDOLORE

Caro Presidente,
il vento di fiduciosa speranza che ha salutato il Suo mandato di Premier giovane, dinamico e con una irrefrenabile voglia di cambiare il Paese, non ha ancora conquistato gli addetti ai lavori della Sanità pubblica che restano in attesa di chiare risposte della politica sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Infatti, da diversi anni il diritto costituzionale alla salute dei cittadini italiani è subordinato alle esigenze della finanza pubblica che attraverso 25 miliardi di tagli lineari hanno colpito il cuore pulsante del SSN: il taglio dei posti letto in assenza di una adeguata riprogrammazione dei servizi territoriali e il blocco del turnover del personale hanno messo in crisi l'erogazione dell'assistenza sanitaria anche nelle Regioni virtuose, e fatto precipitare la qualità dei servizi in quelle “dissennate”.
A fronte del decremento del finanziamento pubblico, il Patto per la Salute, oggi più che mai strumento principale per ridisegnare il sistema sanitario, continua a rimanere al palo per l’incertezza sulle risorse assegnate in un clima istituzionale che, invece che essere basato su una leale collaborazione, ha ormai raggiunto toni esasperati.

Indubbiamente i Suoi ambiziosi programmi per il rilancio del Paese richiedono tanti soldi che devono essere assolutamente recuperati, ma il piano preliminare del commissario Cottarelli non ha adeguatamente personalizzato la spending review per la Sanità, dove serve una chirurgia superselettiva per eliminare oltre 20 miliardi di euro/anno di inaccettabili sprechi che si annidano a tutti i livelli: politico, organizzativo, professionale e sociale. Inoltre la sacrosanta e condivisa proposta di effettuare una spending review “interna” alla Sanità ha risvolti imprevedibili senza un’adeguata programmazione e una governance nazionale. Infatti, se è indubbio che tutte le risorse recuperate devono rimanere nel comparto sanitario, in assenza di chiari obiettivi di disinvestimento e riallocazione, la maggior parte delle Regioni non riuscirà mai nella duplice titanica impresa di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, oltre che effettuare i necessari investimenti strutturali.

Caro Presidente, visto che «davanti a questa sfida abbiamo il gusto di provare a fare sogni più grandi e accompagnarli a una concretezza precisa», Le scrivo a nome di 60 milioni di cittadini italiani che non vogliono rinunciare a un servizio sanitario pubblico, per suggerirLe che la programmazione di una spending review efficace e indolore in Sanità deve tenere conto delle numerose variabili che ne caratterizzano il DNA, molto diverso da quello degli altri settori della pubblica amministrazione.

La spending review deve partire dalla consapevolezza politica, manageriale, professionale e sociale che la Sanità è l'unico mercato condizionato dall'offerta e costituisce una delle principali fonti di consumismo da parte dei cittadini. Si tratta di un mercato complesso ed estremamente articolato attorno al quale ruotano gli interessi di numerosi protagonisti: politica (Stato, Regioni e Province Autonome), aziende sanitarie pubbliche e private, manager, professionisti sanitari e cittadini, ma anche l’Università, le società scientifiche, gli ordini e i collegi professionali, i sindacati, le associazioni di pazienti, l'industria farmaceutica e biomedicale etc.
Il pianeta Sanità è caratterizzato da un inestricabile mix di complessità, incertezze, asimmetrie informative, qualità poco misurabile, conflitti di interesse, corruzione, estrema variabilità delle decisioni cliniche, manageriali e politiche: la variabile combinazione di questi fattori permette ai diversi stakeholders un tale livello di opportunismo da rendere il sistema poco controllabile. In particolare, i conflitti di interesse - assolti sulla pubblica piazza perché "così fan tutti" - minano continuamente integrità e sostenibilità del SSN, alimentando una quota consistente di sprechi con la diffusione di servizi, interventi e prestazioni sanitarie superflue, favorendo comportamenti opportunistici, sino a frodi e abusi penalmente rilevanti.
Il tema della sostenibilità della Sanità pubblica non può essere affrontato esclusivamente "sotto il segno della finanza pubblica", perché occorre tenere in considerazione numerosi fattori che negli ultimi vent’anni hanno silenziosamente indebolito il SSN: le mutate condizioni demografiche e sociali, la crescente introduzione sul mercato di false innovazioni tecnologiche, le conseguenze della modifica del Titolo V, il perpetuarsi delle ingerenze della politica partitica nella programmazione sanitaria, la grande incompiuta dei livelli essenziali di assistenza, le aziende sanitarie ormai trasformate in produttori in competizione di servizi e prestazioni, l'evoluzione del rapporto paziente-medico e l'involuzione del cittadino in consumatore.
Tutti i sistemi sanitari del XXI secolo devono fronteggiare numerosi problemi che prescindono dalla disponibilità di ulteriori risorse, anzi spesso conseguono a una eccessiva medicalizzazione della società: le inaccettabili variabilità di processi ed esiti assistenziali, l'aumento dei rischi per i pazienti, gli sprechi e l'incapacità del sistema a massimizzare il value, le diseguaglianze e le iniquità, l'incapacità a prevenire le malattie.
La sostenibilità di un sistema sanitario, indipendentemente dalla sua natura (pubblico, privato, misto) e dalla quota di PIL destinata alla Sanità, non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell'intero processo per trasferire le conoscenze all'assistenza sanitaria. Infatti, la maggior parte degli sprechi conseguono proprio al limitato trasferimento delle evidenze scientifiche alla pratica clinica e all'organizzazione dei servizi sanitari.

A un anno dal lancio del progetto “Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale”, la Fondazione GIMBE ha presentato lo scorso 14 marzo l'anteprima del Rapporto GIMBE sul SSN, da cui emergono numerose proposte per garantire la sostenibilità della Sanità pubblica, senza la necessità di avventurarsi in politiche perdenti che, spianando la strada all'intermediazione assicurativa e finanziaria dei privati, stanno sfilando dalle tasche degli italiani la più grande conquista sociale: un SSN pubblico, equo e universalistico da difendere e conservare alle future generazioni.

Il primo passo consiste nel riallineare gli obiettivi divergenti e spesso conflittuali dei diversi stakeholders, rimettendo al centro quello assegnato al SSN dalla legge 833/78 che lo ha istituito, ovvero: "promuovere, mantenere, e recuperare la salute fisica e psichica di tutta la popolazione".
Servono coraggiose disruptive innovations, innovazioni di rottura che creano una netta discontinuità rispetto al passato e che oggi sembrano avere maggiori probabilità di essere attuate visto il clima di rinnovamento promesso ai cittadini italiani con lo slogan «proviamo ad andare controcorrente».
E' indispensabile utilizzare le conoscenze in tutte le decisioni politiche, manageriali e professionali che riguardano la salute delle persone e ridurre le asimmetrie informative nei confronti dei cittadini. Il SSN non può più finanziare servizi e prestazioni sanitarie inefficaci o inappropriate solo per continuare a proteggere lobbies professionali, interessi industriali e clientelismi politici di varia natura. Questo si traduce nell'indifferibile revisione dei livelli essenziali di assistenza che deve ripartire dai tre fondamentali principi di evidence-based policymaking mirabilmente enunciati dal DM 29 novembre 2001, ma purtroppo mai attuati: i LEA devono includere quanto è di provata efficacia-appropriatezza, escludere quanto di provata inefficacia-inappropriatezza e sperimentare interventi, servizi e prestazioni sanitarie di dubbia efficacia e appropriatezza. A tal proposito, almeno 1% della quota di risorse ripartita alle singole Regioni deve essere investita in ricerca sui servizi sanitari per fornire risposte sulle priorità di salute orfane di evidenze.
Le politiche volte a preservare il SSN richiedono un'adeguata (ri)programmazione sanitaria che deve ripartire dai bisogni assistenziali e sociali delle persone, coinvolgendo tutte le categorie di stakeholders e tenendo conto dell'epidemiologia di malattie e condizioni, di efficacia, appropriatezza e costo-efficacia degli interventi sanitari e dei servizi già esistenti, una elementare "triangolazione" mai applicata nel nostro Paese.
E' indispensabile mettere in atto azioni concrete per una rigorosa governance dei conflitti di interesse di tutti gli stakeholders, perché la sopravvivenza della Sanità pubblica è indissolubilmente legata all'integrità morale e alla professionalità di tutti gli attori coinvolti.

Caro Presidente, per salvare la più grande conquista sociale dei cittadini italiani non servono dunque grandi riforme, ma azioni mirate e innovazioni di rottura che richiedono volontà politica, un'adeguata (ri)programmazione sanitaria basata sulle conoscenze, un management rigenerato, una rigorosa governance dei conflitti di interesse, l'impegno collaborativo di tutti i professionisti sanitari e la riduzione delle aspettative dei cittadini nei confronti di una medicina mitica e di una sanità infallibile.

Non perda l'occasione di essere ricordato come il Premier che ha salvato il nostro SSN:  dia una vigorosa spallata alle vecchie logiche che hanno trasformato la Sanità italiana una "mangiatoia". Punti a realizzare in Sanità una sana spending review, rimborsando con il denaro pubblico solo quello che funziona e serve alla nostra salute e non servizi e prestazioni sanitarie inutili e spesso dannosi, difesi strenuamente dalle amministrazioni regionali e locali per mere logiche di consenso elettorale,o le false innovazioni abilmente proposte dal seduttivo mercato della salute e prontamente caldeggiate da innumerevoli lobbies professionali.

Caro Presidente, se in questo clima di grande rinnovamento non sapremo cogliere questa opportunità, bisognerà riformulare l'articolo 32 della Costituzione, sostituendo "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo" con "La Repubblica contribuisce a tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo". Perché di fronte all'Europa e al mondo intero sarebbe anacronistico continuare a sbandierare un SSN pubblico, equo e universalistico quando oggi i fatti smentiscono l'articolo 32 e i princìpi fondamentali del SSN.

Buon lavoro Presidente Renzi.


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17 marzo 2014
9a Conferenza Nazionale GIMBE

Nessuno tocchi la Sanità Pubblica

SECONDO LA FONDAZIONE GIMBE PER SALVARE IL SSN NON SERVONO RIFORME, MA AZIONI MIRATE E INNOVAZIONI DI ROTTURA CHE RICHIEDONO VOLONTA’ POLITICA, UN’ADEGUATA (RI)PROGRAMMAZIONE SANITARIA BASATA SULLE CONOSCENZE, UN MANAGEMENT RIGENERATO, L’IMPEGNO DI TUTTI I PROFESSIONISTI  SANITARI E LA RIDUZIONE DELLE ASPETTATIVE DEI CITTADINI.

Si è tenuta a Bologna il 14 marzo la 9a edizione della Conferenza Nazionale GIMBE, evento gratuito senza sponsor per oltre 500 partecipanti provenienti da tutte le regioni italiane e rappresentativi di tutte le professioni sanitarie, che ha puntato i riflettori sulla più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico da difendere e garantire alle future generazioni.

Con la presentazione del Rapporto GIMBE sul SSN la Fondazione ha ribadito con fermezza che, nonostante i tagli, la Sanità pubblica rimane sostenibile sia perché almeno 20 miliardi di euro sono sprecati ogni anno in maniera intollerabile, sia perché numerosi problemi del SSN prescindono dalla quantità di risorse a disposizione. Per tutti i protagonisti del pianeta Sanità è giunto pertanto il momento di intraprendere una nuova stagione di collaborazione, mettendo da parte interessi di categoria e futili competizioni, per ridurre gli sprechi e indirizzare il denaro pubblico verso servizi e prestazioni sanitarie efficaci, appropriati e dall’high value. Il Rapporto GIMBE contiene la Carta GIMBE per la Tutela della Salute e del Benessere dei Cittadini Italiani, una vera e propria declinazione dell’articolo 32 della Costituzione che prende in considerazione tutti gli aspetti che oggi condizionano la sostenibilità del SSN: dal diritto costituzionale alla tutela della Salute al finanziamento/sostenibilità del SSN, dai rapporti tra politica e sanità alla programmazione, organizzazione e valutazione dei servizi sanitari, dai professionisti sanitari ai pazienti, dalla ricerca alla formazione continua, dall’integrità alla trasparenza.

Silvio Garattini, Gavino Maciocco, Fausto Nicolini e Tonino Aceti, ospiti del Forum “Perché vogliono smantellare il Servizio Sanitario Nazionale?”, hanno risposto alle provocazioni del Presidente Nino Cartabellotta e alle domande del giornalista Guglielmo Pepe, concordando all’unisono che la Sanità pubblica è al tempo stesso una conquista sociale irrinunciabile, ma anche fonte di sprechi che si annidano a tutti i livelli e che devono essere identificati ed eliminati con “sane” politiche di spending review.

A seguire si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Evidence: il riconoscimento è stato assegnato al Prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, per il costante impegno volto a migliorare l’etica, la trasparenza, l’integrità e l'indipendenza della ricerca clinica, nell'interesse dei pazienti. Il Premio “Salviamo il Nostro SSN” è stato assegnato alla Regione Toscana, per le sue politiche sanitarie che, rappresentando un modello per la sostenibilità della Sanità pubblica, hanno permesso di ottenere rilevanti performance nell'adempimento "Mantenimento dell'Erogazione dei LEA" e nel Programma Nazionale Esiti.

Tredici progetti di eccellenza del Laboratorio Italia, realizzati nelle Aziende sanitarie utilizzando le migliori evidenze disponibili sotto il segno della collaborazione multiprofessionale, hanno dimostrato che salvare il SSN è nei fatti una missione possibile.

I GIMBE Awards individuale e 4Young sono stati assegnati rispettivamente ad Alda Cosola e  Marika Giacometti dell’ASL TO3. L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna si è aggiudicato il GIMBE Award aziendale.

Il report integrale dell’evento è disponibile online: www.gimbe.org/conferenza2014-report


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13 marzo 2014
9a Conferenza Nazionale GIMBE

9a Conferenza Nazionale GIMBE

Evidenze e Innovazioni per la Sostenibilità della Sanità Pubblica

Bologna, Royal Hotel Carlton, 14 marzo 2014

Al via domani la 9a edizione della Conferenza Nazionale GIMBE, che punta i riflettori sulla più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico da difendere e garantire alle future generazioni. Con la presentazione del Primo Rapporto GIMBE sul SSN la Fondazione intende ribadire con fermezza che, nonostante i tagli, la Sanità pubblica rimane sostenibile perché una quota consistente della spesa sanitaria è attualmente sprecata in maniera intollerabile: spetta a tutti i protagonisti intraprendere una nuova stagione di collaborazione, mettendo da parte interessi di categoria e futili competizioni,  per identificare e ridurre gli sprechi e indirizzare le risorse verso servizi e prestazioni sanitarie efficaci, appropriati e dall’high value.

Al Forum: Perché vogliono smantellare il Servizio Sanitario Nazionale? condotto da Guglielmo Pepe (La Repubblica) parteciperanno Nerina Dirindin (Senatore della Repubblica), Silvio Garattini (Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri), Gavino Maciocco (Docente Università di Firenze), Fausto Nicolini (Direttore Generale dell’Azienda USL di Reggio Emilia), Tonino Aceti (Coordinatore Nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato – Cittadinanzattiva).

In occasione della Conferenza si svolgeranno le cerimonie di consegna del Premio Evidence, assegnato al Prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, per il costante impegno volto a migliorare l’etica, la trasparenza e l’integrità della ricerca clinica, e del Premio “Salviamo il Nostro SSN”, assegnato alla Regione Toscana  per le sue politiche sanitarie che rappresentano un modello per garantire la sostenibilità della Sanità pubblica.

Per dimostrare che salvare il SSN è una missione possibile, saranno presentati i 13 progetti di eccellenza del Laboratorio Italia realizzati con il contributo di varie categorie di stakeholders, utilizzando le migliori evidenze disponibili sotto il segno della collaborazione multiprofessionale.

L’evento è sostenuto interamente dalla Fondazione GIMBE senza apporto di alcuno sponsor, istituzionale o commerciale. La partecipazione alla Conferenza è gratuita (www.gimbe.org/conferenza2014).


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4 marzo 2014
Premio Evidence al Prof. Silvio Garattini

9a Conferenza Nazionale GIMBE

Premio Evidence al Prof. Silvio Garattini

Bologna, Royal Hotel Carlton, 14 marzo 2014

In occasione della Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, 14 marzo 2014) sarà consegnato il Premio Evidence, assegnato ogni anno dalla Fondazione GIMBE a una personalità del mondo sanitario che nel corso della sua carriera professionale si è distinta per la pubblicazione di rilevanti evidenze scientifiche, cliniche o metodologiche, per l’integrazione delle migliori evidenze nelle decisioni professionali, manageriali o di politica sanitaria,  per l’insegnamento dell'Evidence-based Practice a livello universitario, specialistico, di formazione continua.

La seconda edizione del Premio verrà assegnata al Prof. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, per il costante impegno volto a migliorare l’etica, la trasparenza e l’integrità della ricerca clinica.

Per informazioni: www.gimbe.org/conferenza2014      


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20 febbraio 2014
9a Conferenza Nazionale GIMBE

Evidenze e Innovazioni per la Sostenibilità della Sanità Pubblica

Bologna, Royal Hotel Carlton, 14 marzo 2014

Lo scorso 23 dicembre il Servizio Sanitario Nazionale ha compiuto 35 anni circondato da un assordante silenzio della politica che ha già subordinato il diritto costituzionale alla salute alla crisi finanziaria del Paese, spianando inevitabilmente la strada all’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati.

Nell’attesa di conoscere le posizioni del prossimo esecutivo sulla Sanità pubblica, la Conferenza Nazionale GIMBE mantiene i riflettori puntati sulla più grande conquista sociale dei cittadini italiani: un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico da difendere e garantire alle future generazioni.

Con la presentazione del Primo Rapporto GIMBE sul SSN la Fondazione ribadirà con fermezza che, nonostante i tagli, la Sanità pubblica rimane sostenibile perché una quota consistente della spesa sanitaria è attualmente sprecata in maniera intollerabile. E’ indispensabile però che tutti i protagonisti, mettendo da parte interessi di categoria e futili competizioni, intraprendano una nuova stagione di collaborazione per identificare e ridurre gli sprechi e indirizzare le risorse verso servizi e prestazioni sanitarie efficaci, appropriati e dall’high value.

Al Forum: Perché vogliono smantellare il Servizio Sanitario Nazionale? parteciperanno Nerina Dirindin (Senatore della Repubblica), Silvio Garattini (Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri), Gavino Maciocco (Docente Università di Firenze), Fulvio Moirano (Direttore dell’Age.Na.S.), Fausto Nicolini (Direttore Generale dell’Azienda USL di Reggio Emilia), Tonino Aceti (Coordinatore Nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato – Cittadinanzattiva).

Per dimostrare che salvare il SSN è una missione possibile, saranno presentati i 13 progetti di eccellenza del Laboratorio Italia realizzati con il contributo di varie categorie di stakeholders, utilizzando le migliori evidenze disponibili sotto il segno della collaborazione multiprofessionale,

L’evento è sostenuto interamente dalla Fondazione GIMBE senza apporto di alcuno sponsor, istituzionale o commerciale.

La partecipazione alla Conferenza è gratuita (www.gimbe.org/conferenza2014).


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28 gennaio 2014
La politica sta smantellando la Sanità pubblica

IL GOVERNO SI SBARAZZA DI UNA CONSISTENTE QUOTA DI SPESA PUBBLICA E IMBOCCA SENZA TROPPI CLAMORI LA STRADA DELL'INTERMEDIAZIONE ASSICURATIVA E FINANZIARIA DEI PRIVATI, METTENDO IN DISCUSSIONE L’ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE E I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SSN

È questo l’allarme lanciato dalla Fondazione GIMBE, che chiede alle Istituzioni di fare chiarezza sulla lenta e silenziosa progressione verso uno smantellamento della Sanità pubblica, che sta subdolamente sfilando dalle tasche dei cittadini la più grande conquista sociale.

«Mettendo in fila i vari segnali si identifica una strategia politica ben precisa, anche se non esplicitamente dichiarata» - afferma il Presidente Nino Cartabellotta. «Il Ministero dell'Economia e delle Finanze  ha progressivamente stretto i cordoni della borsa e il Governo, ormai sbarazzatosi di una consistente quota di spesa pubblica destinata alla Sanità, ha imboccato senza troppi clamori la strada dell'intermediazione assicurativa e finanziaria dei privati».

Le anticipazioni del primo Rapporto GIMBE sul SSN – che sarà presentato a Bologna il prossimo 14 marzo – consentono di ricostruire le tappe principali dello smantellamento.

  • Il 17 dicembre 2012 l’ex Ministro Balduzzi rende noto che per il periodo 2012-2015 la sommatoria di varie manovre finanziarie sottrae alla sanità pubblica una cifra prossima ai 25 mld (oltre 30 secondo la Conferenza Stato-Regioni).
  • Il 28 aprile 2013 la nomina dell'accoppiata Saccomanni-Lorenzin lascia intuire la volontà del nuovo esecutivo: subordinare la programmazione sanitaria alle decisioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze, inevitabilmente dettate dalla crisi finanziaria del Paese.
  • Il 23 settembre 2013 la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (DEF) programma un definanziamento che riduce la quota di PIL destinata alla Sanità pubblica dal 7.1% al 6.7%Il DEF mette in discussione il principio costituzionale dell'universalità delle prestazioni, lasciando  intravedere un SSN con meno tutele pubbliche e più risposte private.
  • La Legge di Stabilità, approvata il 20 dicembre 2013, conferma ulteriormente la linea del Governo: in conseguenza delle misure sul pubblico impiego, il finanziamento per la Sanità viene ridotto di 540 mln nel 2015 e di 610 mln nel 2016.
  • Il 22 gennaio, in occasione dell’audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera, il Ministro Lorenzin rassicura sul “budget certo fino al 2017”: precisamente 109.902 mld per il 2014, 113,452 mld per il 2015, 117.563 per il 2016 e 122 mld per il 2017. Sfortunatamente, a seguito del definanziamento programmato dal DEF, si tratta solo di proiezioni sulle stime ufficiali che confidano in una ottimistica ripresa del PIL.

«La presunta non sostenibilità del SSN – puntualizza Cartabellotta – costituisce solo un alibi per fare a pezzi la Sanità pubblica e i continui allarmi lanciano un preciso assist a politiche di privatizzazione che lasceranno scoperti servizi essenziali per le persone meno abbienti e faranno proliferare i settori profit con l’inevitabile impennata di prestazioni inappropriate. Ecco perché la Fondazione GIMBE ribadisce che nonostante i tagli, il SSN rimane sostenibile»

«Prima di rinunciare alla più grande conquista sociale dei cittadini italiani – puntualizza Cartabellotta – è indispensabile identificare e ridurre inefficienze e sprechi annidati a tutti i livelli, che secondo quanto stimato dal Rapporto GIMBE ammontano a oltre 20 mld di euro/anno. Solo attraverso una riorganizzazione dell’offerta di servizi e prestazioni sanitarie che tenga conto di tali sprechi è possibile mantenere sostenibile il SSN, perché in caso contrario le eventuali risorse aggiuntive finirebbero per finanziare gli sprechi stessi».

«La politica – conclude Cartabellotta – non dovrebbe mai perdere di vista che rinunciare a un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico significa compromettere non solo la salute dei cittadini, ma soprattutto la dignità e la loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi che rappresentano il vero ritorno degli investimenti pubblici, perché se la Salute è di tutti, la Sanità deve essere per tutti».

www.salviamo-SSN.it


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17 gennaio 2014
GIMBE4YOUNG: 30 giovani promesse per la Sanità del futuro

Grande successo del corso riservato ai vincitori delle borse di studio della Fondazione GIMBE

Si conclude il corso di formazione Evidence-based Practice, riservato ai vincitori delle borse di studio bandite dalla Fondazione GIMBE. Grazie a questa opportunità 30 studenti e giovani professionisti sanitari under 30, provenienti da 14 regioni italiane, hanno acquisito conoscenze e competenze indispensabili per il loro aggiornamento continuo, secondo quanto standardizzato dall’Evidence-based Practice core curriculum, certificato a livello europeo dall’EU-EBM Unity Project: capacità di identificare dalla pratica quotidiana i propri gap di conoscenza, ricercare attivamente informazioni valide, rilevanti e applicabili e integrarle nelle decisioni clinico-assistenziali.

«Nessun professionista sanitario oggi può fare a meno di strumenti e competenze per ricercare e valutare criticamente le migliori evidenze scientifiche» afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Infatti, anche se la partecipazione a congressi e corsi rappresenta la modalità principale per acquisire i crediti secondo quanto previsto dal Sistema Nazionale di Formazione Continua, ciascun professionista deve essere in grado di identificare dalla pratica quotidiana i propri gap di conoscenza, ricercare attivamente informazioni valide, rilevanti e applicabili e integrarle nelle decisioni cliniche».

«Purtroppo oggi – precisa il Presidente – il crescente sovraccarico dell’informazione biomedica rende estremamente complessa questa modalità di aggiornamento, perché solo il 5% della letteratura pubblicata “merita” di essere realmente integrata nelle decisioni cliniche».

Sulla base del successo dell’iniziativa, testimoniato dalle oltre 350 candidature, la Fondazione GIMBE ha già messo in cantiere una seconda edizione: il bando sarà pubblicato il 14 marzo 2014, in occasione della 9a Conferenza Nazionale GIMBE.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe4young.it


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17 dicembre 2013
GIMBE4YOUNG: nuove competenze per i professionisti sanitari del futuro

Al via il corso EBP riservato ai vincitori delle borse di studio della Fondazione GIMBE

Grazie alle borse di studio interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE per un valore complessivo di 24.000 euro, 30 studenti e giovani professionisti sanitari under 30, provenienti da 14 regioni e selezionati tra oltre 350 candidati parteciperanno al corso di formazione Evidence-based Practice.

Il corso, della durata di 32 ore, permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze indispensabili per il loro aggiornamento continuo, secondo quanto standardizzato dall’Evidence-based Practice core curriculum, certificato a livello europeo dall’EU-EBM Unity Project.

«Nessun professionista sanitario oggi può fare a meno di strumenti e competenze per ricercare e valutare criticamente le migliori evidenze scientifiche» afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Infatti, anche se la partecipazione a congressi e corsi di formazione rappresenta di fatto la modalità principale per acquisire i crediti secondo quanto previsto dal Sistema Nazionale di Formazione Continua, ciascun professionista deve essere in grado di identificare dalla pratica quotidiana i propri gap di conoscenza, ricercare attivamente informazioni valide, rilevanti e applicabili e integrarle nelle decisioni cliniche».

«Purtroppo oggi – precisa il Presidente – il crescente sovraccarico dell’informazione biomedica rende estremamente complessa questa modalità di aggiornamento, anche perché solo il 5% della letteratura pubblicata “merita” di essere realmente integrata nelle decisioni cliniche».

«Considerato che, ad eccezione di realtà isolate, metodi e strumenti dell’Evidence-based Practice non sono stati ancora introdotti formalmente nella formazione di base del medico e delle professioni sanitarie – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ha lanciato questa iniziativa che ha suscitato un enorme interesse nelle nuove generazioni di professionisti sanitari. Per questo nel 2014 abbiamo già previsto una seconda edizione dell’iniziativa, confidando di poterne attivare altre grazie ad eventuali sponsorship».

 

Per ulteriori informazioni: www.gimbe4young.it


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14 novembre 2013
AllTrials: le nuove proposte per una ricerca trasparente

La Fondazione GIMBE pubblica la versione italiana del manifesto dell’iniziativa AllTrials

La recente revisione della Dichiarazione di Helsinki, che contiene i principi etici per la ricerca sugli esseri umani, afferma che tutti i ricercatori impegnati nella conduzione di un trial clinico dovrebbero registrarlo e riportarne i risultati. Purtroppo, a fronte di milioni di volontari che hanno partecipato a trial finalizzati ad aumentare le conoscenze sugli effetti dei trattamenti per diverse malattie, un principio etico di simile portata continua ad essere largamente ignorato. Di conseguenza, informazioni rilevanti su metodi e risultati dei trial rischiano di rimanere nascoste per sempre a medici e ricercatori, influenzando le decisioni terapeutiche, impedendo di erogare un’assistenza sanitaria realmente evidence-based e contribuendo all’inutile duplicazione della ricerca con ingente spreco di risorse.

Per tali ragioni nel gennaio 2013 è stata lanciata l’iniziativa AllTrials, promossa da organizzazioni internazionali (Bad Science, BMJ, Centre for Evidence-based Medicine, Cochrane Collaboration, James Lind Initiative, Public Library of Science, Sense About Science), già sottoscritta da oltre 50.000 pazienti, medici e ricercatori di tutto il mondo.

La Fondazione GIMBE, che sostiene attivamente l’iniziativa in Italia (www.gimbe.org/alltrials), ha realizzato la versione italiana del manifesto recentemente pubblicato da AllTrials. Nato da un confronto continuo tra diverse organizzazioni internazionali, il documento contiene numerose proposte per raggiungere l’obiettivo di registrare tutti i trial e riportarne tutti i risultati, grazie al coinvolgimento internazionale di enti regolatori, registri di trial, finanziatori, Università e Istituzioni di ricerca, associazioni professionali e società scientifiche, riviste biomediche, pazienti e ricercatori.

Il manifesto di AllTrials riporta le proposte per i diversi stakeholders della ricerca, finalizzate a migliorare il reporting di un trial clinico, relativamente a quattro set di informazioni:

  1. Dati relativi alla registrazione del trial
  2. Sintesi dei risultati del trial
  3. Dati completi su metodi e risultati del trial
  4. Dati dei singoli pazienti

La versione italiana integrale del manifesto di AllTrials è disponibile a: www.evidence.it/alltrials


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7 novembre 2013
Investire nelle conoscenze per garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari

La EBHC International Joint Conference (Taormina, 30 ottobre – 2 novembre 2013) - organizzata dalla Fondazione GIMBE in collaborazione con la International Society for Evidence-based Health Care - ha lanciato un preciso messaggio: la sostenibilità di ogni sistema sanitario è condizionata dalla sua capacità di governare adeguatamente il processo di produzione, utilizzo e trasferimento delle conoscenze scientifiche.

 

Nel ribadire che la sostenibilità dei sistemi sanitari è una sfida globale, la conferenza ha promosso un approccio evidence-based all’assistenza sanitaria, alla formazione e alla ricerca perché le migliori evidenze devono guidare tutte le decisioni che riguardano la salute delle persone. Quasi 200 professionisti provenienti da 35 paesi di tutti i continenti per una vivace kermesse di sessioni plenarie, workshop e gruppi di lavoro, coordinati da leader di fama mondiale: 6 interventi preordinati, 36 presentazioni e 52 poster selezionati tra più di 150 abstract hanno dimostrato che l’Evidence-based Health Care (EBHC) può contribuire alla sostenibilità dei sistemi sanitari attraverso le parole chiave scelte per il titolo della conferenza: Evidence, Governance, Performance.

In questa straordinaria cornice, Nino Cartabellotta ─ Presidente della Fondazione GIMBE – ha presentato in anteprima mondiale il framework proposto dalla Fondazione per un sistema sanitario evidence-based, lanciando ardue sfide alla comunità scientifica internazionale.

«In un sistema sanitario realmente basato sulle evidenze – afferma Cartabellotta – è indispensabile finanziare, condurre e pubblicare ricerca rilevante per la salute delle persone, riducendo gli sprechi conseguenti alla ricerca non necessaria, non pubblicata e di inadeguata qualità metodologica».

Secondo il Presidente «occorre migliorare le capacità di utilizzo delle conoscenze in tutti i professionisti sanitari, grazie alla diffusione di metodi e strumenti dell’Evidence-based Practice, e governare il processo di trasferimento delle conoscenze per migliorare l’appropriatezza degli interventi sanitari e gli esiti clinici dei pazienti, contribuendo alla sostenibilità dell’intero sistema sanitario, grazie alla riduzione degli sprechi conseguenti al sovra-utilizzo e al sotto-utilizzo di prestazioni».

«Come esperti internazionali di EBHC– continua Cartabellotta – non possiamo concentrarci esclusivamente sull’utilizzo delle migliori evidenze scientifiche nell’assistenza al paziente individuale, ma dobbiamo agire sulle organizzazioni sanitarie e sulla politica sanitaria che influenzano il contesto in cui lavorano tutti professionisti della salute».

«Pertanto – conclude Cartabellotta – la sostenibilità di ogni sistema sanitario, indipendentemente dalla sua natura (pubblico, privato, misto) e dalla quota di PIL destinata alla sanità, non può più prescindere da adeguati investimenti per migliorare la produzione delle conoscenze, il loro utilizzo da parte dei professionisti e la governance dell’intero processo di trasferimento delle conoscenze».

Il report completo della conferenza è disponibile a: www.ebhc.org


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29 ottobre 2013
Una sfida globale: evidenze scientifiche per garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari

Mercoledì 30 ottobre 2013: nell’incantevole cornice di Taormina prende il via alle ore 18.30 la EBHC International Joint Conference, organizzata dalla Fondazione GIMBE in collaborazione con la International Society for Evidence-based Health Care.

 

Considerato che le migliori evidenze devono guidare tutte le decisioni che riguardano la salute delle persone, l’obiettivo della Conferenza è di promuovere un approccio evidence-based all’assistenza sanitaria, alla formazione e alla ricerca attraverso tre parole chiave "Evidence, Governance, Performance".

In un momento in cui la sostenibilità dei sistemi sanitari costituisce una sfida mondiale, la Evidence-based Health Care (EBHC) International Joint Conference ospiterà 200 partecipanti provenienti da oltre 30 nazioni di tutti i continenti. Le sessioni plenarie si alterneranno a workshop e gruppi di lavoro coordinati da leader di fama mondiale: Gordon Guyatt e Brian Haynes (McMaster University, Canada), Paul Glasziou (Bond University, Australia), Victor Montori (Mayo Clinic, USA), Amanda Burls (City University London, UK).

Nelle precedenti cinque edizioni della EBHC Conference, lanciata nel 2001, la Fondazione GIMBE ha progressivamente rafforzato sinergie internazionali per favorire la produzione, la sintesi e il trasferimento delle migliori evidenze scientifiche all’assistenza sanitaria, oltre che per standardizzare l’insegnamento dell’EBHC a livello universitario, specialistico e di formazione continua.

In questa cornice straordinaria, il dott. Nino Cartabellotta ─ Presidente della Fondazione GIMBE – presenterà in anteprima mondiale il framework proposto dalla Fondazione per un sistema sanitario realmente basato sulle evidenze: ostacoli e soluzioni nell’articolato percorso che dalla produzione e sintesi delle conoscenze conduce al loro trasferimento alle decisioni professionali, alle strategie organizzative e alle politiche sanitarie.

Per informazioni: www.ebhc.org

Twitter: #ebhc2013


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10 ottobre 2013
Sistemi sanitari basati sulle evidenze: i maggiori esperti mondiali si confrontano in Italia

Taormina (31 ottobre - 2 novembre 2013): ritorna l’appuntamento con la International Conference for Evidence-based Health Care Teachers and Developers organizzata dalla Fondazione GIMBE, quest’anno in collaborazione con la International Society for Evidence-based Health Care.

 

Nel ribadire che la sostenibilità dei sistemi sanitari è una sfida mondiale, il tema della Conferenza "Evidence, Governance, Performance" promuove un approccio evidence-based all’assistenza sanitaria, alla formazione e alla ricerca perché le migliori evidenze devono guidare tutte le decisioni che riguardano la salute delle persone.

La presenza di oltre 200 partecipanti provenienti da 35 nazioni e da tutti i continenti, sessioni plenarie, workshop e gruppi di lavoro faciliteranno la creazione di reti internazionali finalizzate a migliorare la produzione di nuove conoscenze e il loro trasferimento all’assistenza sanitaria.

All’evento parteciperanno autorevoli speakers di fama mondiale: Gordon Guyatt e Brian Haynes (McMaster University, Canada), Paul Glasziou (Bond University, Australia), Victor Montori (Mayo Clinic, USA), Amanda Burls (City University London, UK).

Nino Cartabellotta ─ Presidente della Fondazione GIMBE – presenterà in anteprima mondiale il framework proposto dalla Fondazione per un sistema sanitario realmente basato sulle evidenze: ostacoli e soluzioni attraverso l’articolato percorso che dalla produzione e sintesi delle conoscenze conduce al loro trasferimento alle decisioni professionali, alle strategie organizzative e alle politiche sanitarie.

Per ulteriori informazioni: www.ebhc.org


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7 ottobre 2013
Prevenzione del tumore al seno: l’importanza dello studio familiare

In occasione del mese della prevenzione del tumore al seno, la Fondazione GIMBE pubblica la versione italiana delle linee guida del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE), per informare le donne e i professionisti sanitari sui criteri appropriati per effettuare lo studio familiare.

«Oggi circa il 5% dei tumori al seno può essere attribuito a mutazioni ereditarie di geni ad alto rischio quali BRCA1, BRCA2, TP53 – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i cui criteri di stratificazione del rischio e di prevenzione richiedono di applicare specifiche raccomandazioni cliniche».

«Le linee guida del NICE – precisa il Presidente – pubblicate nel giugno 2013 e realizzate con elevati standard metodologici da un gruppo multi-professionale che include anche le pazienti, forniscono raccomandazioni cliniche su vari aspetti: l’informazione e il supporto alle donne, la valutazione iniziale del medico di famiglia, l’identificazione dei portatori del gene, la sorveglianza radiologica, le strategie di prevenzione farmacologica e il ruolo della mastectomia preventiva».

«Oggi in Italia le politiche nazionali e regionali sulla prevenzione del tumore al seno – continua Cartabellotta – puntano quasi esclusivamente sullo screening mammografico, trascurando che lo studio familiare è una strategia integrativa largamente sottoutilizzata, con rilevanti differenze regionali e locali rispetto all’offerta di alcune prestazioni. Le migliori evidenze scientifiche sintetizzate dal NICE raccomandano una valutazione  specialistica, la stratificazione del rischio e l’eventuale analisi genetica solo in casi selezionati, la cui identificazione dovrebbe avvenire a livello dell’assistenza di base e sostenuta dalla consapevolezza delle donne sul rischio familiare di tumore al seno».

«Tutte le donne e tutti i medici di medicina generale - conclude Cartabellotta – devono sapere che la valutazione del rischio familiare di tumore al seno deve essere effettuata in tutte le donne che hanno:

  • Un familiare di primo grado donna con diagnosi di tumore al seno a un età inferiore a 40 anni.
  • Un familiare di primo grado uomo con diagnosi di tumore al seno a qualunque età.
  • Un familiare di primo grado con diagnosi di tumore al seno bilaterale e neoplasia primaria diagnosticata a un età < 50 anni.
  • Due familiari di primo grado, o un familiare di primo grado e uno di secondo grado con diagnosi di tumore al seno a qualunque età.
  • Un familiare di primo o secondo grado con diagnosi di tumore al seno a qualunque età e un familiare di primo o secondo grado con diagnosi di tumore all’ovaio a qualunque età (almeno uno dei due deve essere di primo grado).
  • Tre familiari di primo o secondo grado dallo stesso ramo familiare con diagnosi di tumore al seno a qualunque età».

La versione integrale delle linee guida per la stratificazione del rischio e la prevenzione del tumore al seno familiare è disponibile a: www.evidence.it/prevenzione-tumore-seno


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24 settembre 2013
La Salute degli Italiani ostaggio della deriva finanziaria del Paese

“LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA (DEF) DEL 20 SETTEMBRE LASCIA TRASPARIRE UN CHIARO DISEGNO DI SMANTELLAMENTO DEL SSN, CHE SPIANA LA STRADA ALL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA E ASSICURATIVA DEI PRIVATI.”

È questo l’allarme lanciato dal dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – per sottolineare l’urgenza di azioni concrete a sostegno di un SSN equo e universalistico, conquista sociale irrinunciabile per tutti i cittadini italiani.

«Dopo i 25-30 mld di euro già sottratti al SSN per il periodo 2012-2015 – spiega Cartabellotta –  il Ministero dell’Economia e Finanze cala inesorabilmente la sua scure programmando un definanziamento che riduce la quota di PIL destinata alla sanità pubblica dal 7.1% al 6.7%. La riduzione inizierà nel 2015 (ultimo anno interessato dai tagli già deliberati) con un timido 7.0%, per poi perdere un altro 0.3% nel biennio 2016-2017, giusto il tempo necessario per “far partire anche la terza gamba della Sanità, quella delle assicurazioni integrative” come ha dichiarato ieri il Ministro Lorenzin».

«Alla concretezza del dato finanziario – continua il Presidente – nelle misere 2 pagine del lungo documento  destinate a “Rispondere alle grandi sfide della sanità e dell’assistenza” non fa eco una programmazione sanitaria coerente, anzi tra le righe emerge la volontà di subordinare alle esigenze finanziarie del Paese i diritti dei cittadini sanciti dall’articolo 32 della Costituzione e dai principi fondanti del SSN. Infatti, al di là di una serie di concetti alla moda (appropriatezza, governance, lotta agli sprechi, informatizzazione, HTA), si leggono espressioni decisamente preoccupanti, quali “prestazioni non incondizionate”, “ridisegnare il perimetro dei LEA”, il tutto sotto una “regia nazionale” di fatto gestita dal Dicastero dell’Economia e delle Finanze».

«Inoltre, accanto a un disordinato elenco di azioni da tempo annunciate (e mai attuate) – segnala Cartabellotta – dal DEF emergono clamorose contraddizioni: come verranno attuate le misure di prevenzione secondo il principio health in all policies che, se rigorosamente applicate, contribuirebbero di fatto a ridurre il PIL? Quante risorse è disponibile a sacrificare lo Stato (da tabacchi, alcool, giochi pubblici) per attuare “la prevenzione di tutti i comportamenti a rischio”? Senza investimenti, come sincronizzare la riorganizzazione degli ospedali e lo sviluppo dei sistemi territoriali socio-sanitari in un sistema dove convivono la resistenza della cultura ospedale-centrica e la carenza di esperienze e modelli consolidati di cure primarie?»

«Se le Istituzioni intendono liberarsi di una consistente parte della spesa pubblica attualmente destinata alla Sanità – conclude il Presidente – non possono e non devono nascondere i loro piani tra le righe di un documento finanziario. Un cambiamento epocale di tale portata merita una riforma del SSN condivisa da tutti gli stakeholders della Sanità italiana».

La Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale.


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17 settembre 2013
Sperimentazioni cliniche: mettere tutto alla ''luce del sole''

OGNI PUBBLICAZIONE SCIENTIFICA DEVE ESSERE UN RESOCONTO ACCURATO DELLO STUDIO CONDOTTO

Oggi il legittimo proprietario dei dati (ricercatori o industria farmaceutica) può decidere a propria discrezione e per finalità poco nobili di non pubblicare i risultati delle sperimentazioni cliniche. Questa forma di manipolazione dei dati della ricerca - nota come bias di pubblicazione -  implica disastrose conseguenze cliniche, economiche ed etiche: infatti, altera il profilo di efficacia-sicurezza dei trattamenti, aumenta i rischi per i pazienti, consuma preziose risorse, infrange il patto sottoscritto nel consenso informato e tradisce la fiducia dei partecipanti, convinti di contribuire al progresso della medicina.

Contro questa intollerabile consuetudine la comunità scientifica deve seriamente impegnarsi a introdurre le adeguate innovazioni per garantire l’accesso a tutte le informazioni sugli studi condotti, in particolare sulle sperimentazioni cliniche che hanno un ruolo fondamentale per valutare l’efficacia degli interventi sanitari.

Considerato che “Tutti i soggetti coinvolti nella ricerca hanno la responsabilità di garantire che ogni pubblicazione rappresenti accuratamente e in maniera non distorta lo studio realizzato” la Fondazione GIMBE - accanto  all’iniziativa AllTrials che invita a pubblicare tutti i risultati di tutte le sperimentazioni cliniche - sostiene la “dichiarazione di trasparenza” pubblicata dal British Medical Journal.

Secondo Altman e Moher  l’autore principale di uno studio dovrebbe firmare una dichiarazione di trasparenza, quale elemento integrante della sottomissione dell’articolo alla rivista, dichiarando che:

a. il manoscritto è un resoconto onesto, accurato e trasparente dello studio a cui si riferisce;

b. non è stato omesso alcun aspetto rilevante dello studio;

c. ogni eventuale discrepanza rispetto allo studio pianificato (ed eventualmente registrato) è stata spiegata.

La versione italiana integrale della dichiarazione di trasparenza è disponibile a: www.gimbe.org/dichiarazione-di-trasparenza


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30 2013
La Fondazione GIMBE punta sui giovani: 30 borse di studio per promuovere nuove competenze in Sanità

La Fondazione GIMBE ha pubblicato un bando per l’erogazione di 30 borse di studio, ciascuna del valore di € 800,00, destinate a studenti, neolaureati e specializzandi in Medicina e Chirurgia e Professioni Sanitarie.

Le borse di studio, interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE nell’ambito del progetto GIMBE for Young, saranno destinate alla partecipazione al corso di formazione “Evidence-based Practice”.

Studenti e giovani professionisti potranno acquisire conoscenze e competenze indispensabili per il loro  aggiornamento continuo, secondo quanto standardizzato dall’Evidence-based Practice core curriculum, certificato a livello europeo dall’EU-EBM Unity Project.

Il bando scade il 13 settembre 2013.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe-for-young.it


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24 2013
Le intermediazioni dei privati rischiano di affondare il SSN

LAMENTARE UN FINANZIAMENTO INADEGUATO, SENZA ESSERE PROPOSITIVI, FORNISCE UN ALIBI PER SMANTELLARE IL SSN, SPIANA LA STRADA ALL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA E ASSICURATIVA DEI PRIVATI E AUMENTA LE DISEGUAGLIANZE SOCIALI.

È questo l’allarme lanciato dal dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – per sottolineare l’urgenza di azioni concrete per sostenere un SSN equo e universalistico.

«Chi oggi spalleggia la non sostenibilità del SSN – precisa Cartabellotta –  sa bene che il mercato della sanità è regolato dall’offerta di servizi e prestazioni sanitarie in grado, al tempo stesso, di modulare e soddisfare la domanda dei cittadini:  da un lato inducendo i consumi e  dall’altro attuando il razionamento implicito».

«Oggi che il tema della sostenibilità del SSN irrompe prepotentemente sulla scena – continua Cartabellotta – l’equilibrio offerta-domanda rischia di saltare a causa di strutture e servizi ipertrofici e di un livello di inappropriatezza di prestazioni che il finanziamento pubblico non è più in grado di mantenere. Questo circolo vizioso può essere spezzato solo attuando politiche sanitarie coerenti con una delle seguenti strategie:

  • Aumentare il finanziamento del SSN. Nella realistica impossibilità di disporre di ulteriori risorse pubbliche, questo può essere ottenuto attraverso l’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati, che aumenta le diseguaglianze sociali, e/o mediante aumento dei ticket, misura troppo impopolare per essere attuata. In ogni caso, in assenza di adeguate strategie per prevenire inefficienze e sprechi, buona parte delle risorse aggiuntive rischierebbe di finanziare servizi e prestazioni inutili, determinando ulteriori sprechi.
  • Effettuare tagli lineari. Riduzione dei posti letto, blocco delle assunzioni, riduzione delle tariffe di rimborso per le prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, soppressione di servizi: la strategia scelta sinora dalla politica, semplice da attuare, per la sua scarsa selettività rischia di privare un numero sempre più elevato di cittadini di servizi essenziali e appropriati.
  • Eliminare gli sprechi. Attraverso il coinvolgimento di tutte le categorie di stakeholders, è possibile identificare e ridurre gli sprechi che aumentano i costi dell’assistenza, senza produrre alcun beneficio.

«Ma quest’ultima strategia – conclude Cartabellotta – può essere attuata solo se tutti i protagonisti della sanità, accantonando definitivamente gli interessi di categoria, si riallineano sul vero obiettivo del SSN: “promuovere, mantenere e recuperare la salute fisica e psichica della popolazione”».

La Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale.

www.salviamo-SSN.it


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17 2013
Vogliono smantellare la Sanità pubblica

LE SCELTE POLITICHE E LE MODALITÀ DI PIANIFICAZIONE, ORGANIZZAZIONE ED EROGAZIONE DEI SERVIZI SANITARI HANNO MESSO PROGRESSIVAMENTE IN DISCUSSIONE L’ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE E I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SSN.

È questo l’allarme lanciato dal dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – per sottolineare che la situazione della Sanità pubblica non più coerente con i diritti costituzionali e con la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale

«Il perpetuarsi di scelte errate ─ continua Cartabellotta ─ ha determinato gravissime diseguaglianze, danneggiando la salute dei cittadini e compromettendo la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni».

«Infatti ─ spiega Cartabellotta ─ a fronte di un diritto costituzionale che garantisce “universalità ed equità di accesso a tutte le persone” e alla legge 833/78 che conferma la “globalità di copertura in base alle necessità assistenziali dei cittadini”, oggi le diseguaglianze regionali hanno raggiunto livelli inaccettabili, in termini di offerta dei servizi, di appropriatezza dei processi e di esiti di salute. Pertanto, se la politica confermerà di voler tutelare l’autonomia delle Regioni, le capacità di indirizzo e verifica del Ministero della Salute sui 21 sistemi sanitari regionali dovranno essere ampliate e dotate di strumenti adeguati. In particolare, non è più differibile la definizione di standard clinico-assistenziali e indicatori di performance unitari per tutto il territorio nazionale».

«Inoltre ─ continua Cartabellotta – la pianificazione, organizzazione ed erogazione dell’assistenza sanitaria incontra numerosi ostacoli, in parte legati all’eterogeneità delle aziende sanitarie, in parte a modalità gestionali poco compatibili con il “prodotto salute”. L’approccio al management continua a essere guidato dalla produzione e non dai risultati di salute; il finanziamento delle Aziende sanitarie è basato quasi esclusivamente sul binomio produttività-consumi; le differenti modalità di finanziamento tra aziende sanitarie che erogano gli stessi servizi generano interessi in competizione; esistono resistenze e difficoltà ad attuare varie modalità sovra-aziendali di organizzazione dell’assistenza sanitaria».

«Pertanto – conclude Cartabellotta – per mantenere un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico è indispensabile ripensare a numerosi aspetti relativi alla programmazione, organizzazione e valutazione dei servizi sanitari coinvolgendo tutti gli stakeholders del pianeta Sanità».

La Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale.

www.salviamo-SSN.it


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9 2013
La Sanità pubblica è una conquista irrinunciabile per i cittadini

DOBBIAMO SALVARE IL NOSTRO SSN PERCHÉ “UN SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO, EQUO E UNIVERSALISTICO RAPPRESENTA UNA CONQUISTA SOCIALE IRRINUNCIABILE PER L’EGUAGLIANZA E LA DIGNITÀ DI TUTTI I CITTADINI ITALIANI”.

È questo l’appello lanciato dal dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – per sottolineare la rilevanza sociale del progetto Salviamo il Nostro SSN, promosso dalla Fondazione GIMBE ed entrato nel vivo della consultazione pubblica.

«L’obiettivo più nobile di qualunque governo – illustra Cartabellotta – è di sostenere la dignità della popolazione, evitando di identificare nei cittadini solo uno strumento per raggiungere obiettivi politici ed economici. Infatti, se il governo considera i cittadini come un valore assoluto deve permettere a ciascuno di loro – compatibilmente con le risorse disponibili – di soddisfare le proprie aspirazioni».

«Promuovere la dignità della popolazione – continua Cartabellotta – significa garantire a tutti cittadini la capacità di fare le proprie scelte e la libertà di compierle, consapevoli che tale capacità dipende dalle abilità innate influenzate dalla genetica e dai fattori ambientali, dal contesto politico, sociale ed economico e dallo stato di salute. Il nostro Paese deve investire nella sanità pubblica perché  il fine ultimo di un sistema sanitario è offrire a tutti i cittadini le migliori opportunità per scegliere la vita che desiderano vivere e perché lo sviluppo di una popolazione non può prescindere da elementi fondamentali quali la libertà, il benessere e la salute».

«Oggi, in un clima di incertezze e insicurezze senza precedenti nella storia della Repubblica – sottolinea Cartabellotta – il dibattito sulla sostenibilità del SSN continua inevitabilmente ad affrontare criticità politiche (la responsabilità pubblica della tutela della salute è dello Stato o delle Regioni? Il Titolo V della Costituzione deve essere rivisto?), organizzative (riforma delle cure primarie, riorganizzazione della rete ospedaliera), professionali (medicina difensiva, responsabilità professionale, autonomie delle professioni sanitarie), economiche (costi standard, ticket, fondi integrativi), perdendo di vista il rischio reale per la popolazione. Infatti, mettere in discussione la Sanità pubblica significa compromettere non solo la salute, ma soprattutto la dignità dei cittadini e la loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi che, in ultima analisi, dovrebbero essere viste dalla politica come il vero ritorno degli investimenti in Sanità».

«Pertanto – conclude Cartabellotta – un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza di tutti i cittadini italiani».

Ecco perché la Fondazione GIMBE invita tutti a sottoscrivere il progetto Salviamo il Nostro Servizio Sanitario Nazionale.


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20 maggio 2013
La mancata pubblicazione delle sperimentazioni cliniche &#232; uno scandalo inaccettabile

Oggi, 20 maggio 2013, in occasione della Giornata Internazionale dei Trial Clinici, la Fondazione GIMBE ribadisce con fermezza che registrare tutte le sperimentazioni cliniche e pubblicarne tutti i risultati è un obbligo scientifico, etico e morale e invita tutti gli attori della ricerca clinica (ricercatori, pazienti, professionisti sanitari, istituzioni di ricerca, comitati etici, sponsor commerciali e istituzionali) a condividere le azioni intraprese:

  • Sottoscrivere la petizione AllTrials, perché tutti i trials devono essere registrati e tutti i risultati pubblicati.
  • Sostenere la modifica suggerita alla “Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la sperimentazione clinica di medicinali per uso umano" che attualmente lascia intendere che la registrazione e la pubblicazione di un trial rappresentano solo “optional opportunistici”, non previsti nella definizione di protocollo.

Infine, la Fondazione GIMBE invita tutti i cittadini a partecipare a una sperimentazione clinica solo se:

 1. Il protocollo dello studio è stato registrato ed è pubblicamente accessibile.

 2. Il protocollo fa riferimento a revisioni sistematiche delle evidenze disponibili che giustificano la necessità del trial.

 3. Viene fornita una garanzia scritta che i risultati completi dello studio saranno pubblicati e inviati a tutti i partecipanti che lo desiderano.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe.org/ictd


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15 maggio 2013
"Salviamo il Nostro SSN": apre la consultazione pubblica

Oggi, 15 maggio 2013, si apre la consultazione pubblica del progetto Salviamo il Nostro SSN, lanciato dalla Fondazione GIMBE lo scorso marzo.

Grazie a una piattaforma online disponibile all’indirizzo www.salviamo-SSN.it tutti gli attori della sanità italiana, cittadini inclusi, potranno aderire al progetto sottoscrivendone lo statement:

  • Un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani.
  • Le scelte politiche e le modalità di pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari hanno messo progressivamente in discussione l’articolo 32 della Costituzione e i principi fondamentali del SSN.
  • Il protrarsi di questo status ha determinato inaccettabili diseguaglianze, sta danneggiando la salute dei cittadini e rischia di compromettere la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni.
  • Lamentare un finanziamento inadeguato, senza essere propositivi, fornisce un alibi per smantellare il SSN, spiana la strada all’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati e aumenta le diseguaglianze sociali.

Sarà quindi possibile apportare un contributo attivo sui principi guida, con una semplice modalità  che utilizza il linguaggio del semaforo:

  • Verde: approvo
  • Rosso: non approvo
  • Giallo: approvo, previa modifica del testo

La stessa modalità di feedback sarà utilizzata per le liste di criticità e proposte relative alle sei categorie di stakeholders primari (Stato e Regioni, Aziende sanitarie, management, professionisti sanitari, cittadini), che saranno rese progressivamente disponibili nel corso del 2013.

Tutti i feedback saranno raccolti, elaborati ed integrati nel prodotto finale del progetto, un Libro Bianco che sarà presentato il 14 marzo 2014 in occasione della 9a Conferenza Nazionale GIMBE.

Per ulteriori informazioni: www.salviamo-SSN.it


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9 maggio 2013
Il Servizio Sanitario Nazionale ha un futuro? I cittadini devono sapere

«IL NUOVO ESECUTIVO HA IL DOVERE DI RISPONDERE A UNA DOMANDA FONDAMENTALE: IL PROGRAMMA DI GOVERNO RESTITUIRA’ ALLO STATO LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA? OPPURE INTENDE CONSEGNARLA DEFINITIVAMENTE ALLE DERIVE REGIONALISTE PUNTELLATE DA FINANZIAMENTI PRIVATI?».

 

Questo l’inquietante interrogativo lanciato dal Dott. Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.  «Il 23 dicembre 2013 – ricorda Cartabellotta– ricorre il 35° compleanno del SSN, ma i cittadini italiani potranno festeggiare questa grande conquista sociale solo se le Istituzioni confermeranno che le imposte versate concorrono a finanziare un SSN realmente pubblico, equo e universalistico».

«In attesa di risposte concrete e coerenti dal nuovo esecutivo – conclude il Presidente – la Fondazione GIMBE ha lanciato il progetto Salviamo il Nostro SSN. Dal prossimo 15 maggio tutti gli attori della Sanità italiana, cittadini inclusi, potranno contribuire attivamente al progetto, a partire dalla sottoscrizione dei seguenti princìpi:

  • Un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani.
  • Le scelte politiche e le modalità di pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari hanno messo progressivamente in discussione l’articolo 32 della Costituzione e i principi fondamentali del SSN.
  • Il protrarsi di questo status ha determinato inaccettabili diseguaglianze, sta danneggiando la salute dei cittadini e rischia di compromettere la dignità delle persone e la loro capacità di realizzare le proprie ambizioni.
  • Lamentare un finanziamento inadeguato, senza essere propositivi, fornisce un alibi per smantellare il SSN, spiana la strada all’intermediazione finanziaria e assicurativa dei privati e aumenta le diseguaglianze sociali.»

Per ulteriori informazioni: www.salviamo-SSN.it


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22 aprile 2013
Per un SSN sostenibile: riallineare gli obiettivi di tutti gli attori del SSN

«NONOSTANTE I TAGLI, UN SSN EQUO E SOSTENIBILE PUÒ ESSERE GARANTITO SOLO SE GLI OBIETTIVI DIVERGENTI E SPESSO CONFLITTUALI DEI DIVERSI STAKEHOLDERS VENGONO RIALLINEATI, RIMETTENDO AL CENTRO LA PROMOZIONE, IL MANTENIMENTO E IL RECUPERO DELLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE».

 

Con queste parole il Dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – illustra il significato  del progetto Salviamo il Nostro SSN, recentemente lanciato dalla Fondazione GIMBE. «La Sanità – continua Cartabellotta - oltre ad essere il più importante settore produttivo di beni e servizi, è la principale fonte di consumismo da parte dei cittadini. Inoltre, il sistema sanitario è caratterizzato da un inestricabile mix di complessità, incertezze, asimmetria informativa, qualità poco misurabile, conflitti di interesse, corruzione, estrema variabilità delle decisioni cliniche, manageriali e politiche. La variabile combinazione di questi fattori permette ai vari attori un tale livello di opportunismo da rendere il sistema sanitario difficilmente controllabile».

«Attorno al pianeta Sanità – continua il Presidente - ruotano gli interessi di diverse categorie di stakeholders. Quelli primari (Stato e Regioni, aziende sanitarie, management, professionisti sanitari, cittadini) costituiscono l’asse delle decisioni politiche, manageriali, professionali che influenzano direttamente programmazione, organizzazione, erogazione e fruizione dell’assistenza sanitaria. Gli stakeholders secondari (università, ordini e collegi professionali, società scientifiche, sindacati, industria, comitati etici, associazioni di pazienti) sono portatori di interessi specifici che influenzano indirettamente programmazione, organizzazione, erogazione e fruizione dell’assistenza sanitaria».

«Per garantire un SSN equo, universalistico e sostenibile – conclude Cartabellotta – è indispensabile riallineare gli obiettivi divergenti e spesso conflittuali dei diversi attori, rimettendo al centro la promozione, il mantenimento e il recupero della salute della popolazione».

Dal 13 maggio il progetto Salviamo il Nostro SSN entrerà nel vivo della consultazione pubblica con l’analisi di criticità e proposte relative a Stato e Regioni.

Per ulteriori informazioni: www.salviamo-SSN.it


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3 aprile 2013
"Salviamo il nostro SSN": al via il progetto della Fondazione GIMBE

In occasione della 8a Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, 15 marzo 2013), il presidente Nino Cartabellotta ha presentato la fase operativa del progetto Salviamo il Nostro SSN che, in un momento di grande incertezza politica ed economica, ha l'obiettivo di coinvolgere tutte le categorie di stakeholders per contribuire alla sostenibilità della sanità pubblica.

«I 30 principi guida che configurano la vision della Fondazione GIMBE sulla Sanità pubblica – ha affermato Cartabellotta – sono stati sviluppati a partire dalla legislazione sanitaria vigente, del contesto politico, economico e sociale e da evidenze ed esperienze mutuate da sistemi sanitari internazionali».
Per favorire l'attuazione di questi principi, la Fondazione GIMBE propone dieci linee di azione:

1. Integrare le migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni che riguardano la salute dei cittadini: professionali, manageriali e politiche.
2. Migliorare le performance dell’assistenza sanitaria (sicurezza, efficacia, appropriatezza, equità, efficienza), rispettando il vincolo delle risorse programmate.
3. Riorganizzare l’offerta di strutture, servizi e prestazioni sanitarie secondo il modello dell’healthcare needs assessment
4. Identificare gli sprechi per guidare i disinvestimenti e ottenere migliori risultati di salute dalle risorse investite.
5. Introdurre l’uso di tecnologie informatiche avanzate per supportare i processi assistenziali e ridurre le complessità amministrative.
6. Sviluppare strategie per valorizzare il capitale umano delle organizzazioni sanitarie.
7. Informare i cittadini sull’efficacia, appropriatezza e sicurezza degli interventi sanitari e coinvolgerli attivamente nell’organizzazione e valutazione dei servizi.
8. Migliorare la qualità metodologica, l'etica, l'integrità, la rilevanza clinica e il valore sociale della ricerca.
9. Favorire la dichiarazione esplicita dei conflitti di interesse da parte dei professionisti sanitari coinvolti in attività di formazione e di ricerca.
10. Favorire l’introduzione di misure estremamente severe per contrastare truffe e frodi a carico del SSN.

«Dal 2 maggio 2013 – conclude Cartabellotta – tutti gli stakeholders della sanità potranno offrire il proprio contributo grazie a una piattaforma web dedicata». Tutti i feedback saranno raccolti, elaborati ed integrati nel prodotto finale del progetto, un Libro Bianco che sarà presentato il 14 marzo 2014 in occasione della 9a Conferenza Nazionale GIMBE.

Per ulteriori informazioni a: www.salviamo-ssn.it


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19 marzo 2013
LA SANITA’ PUBBLICA E’ SOSTENIBILE… NONOSTANTE I TAGLI

«PUNTARE IL DITO CONTRO IL FINANZIAMENTO INADEGUATO DEL SSN, OLTRE A FORNIRE UN ALIBI PER SMANTELLARLO, SPIANA LA STRADA ALL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA E ASSICURATIVA DEI PRIVATI. LA VERA SFIDA CONSISTE NELL’IDENTIFICARE GLI SPRECHI CHE AUMENTANO I COSTI DELL’ASSISTENZA, SENZA PRODURRE ALCUN BENEFICIO PER CITTADINI E PAZIENTI».

Con queste parole il Dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – ha concluso la lettura inaugurale della Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, 15 marzo 2013),  lanciando la fase operativa del progetto Salviamo il Nostro SSN.  Il Presidente ha sottolineato la necessità di ricordare a tutti i cittadini contribuenti che «l’articolo 32 della Costituzione garantisce il diritto alla salute e non alla sanità, oggi intesa come disponibilità illimitata e tempestiva di servizi e prestazioni sanitarie» e che «la domanda inappropriata di servizi e prestazioni sanitarie concorre agli sprechi del SSN, con pesanti ricadute sotto forma di imposte locali e di mancate detrazioni».

«Nel corso degli ultimi 20 anni – prosegue il Presidente – diversi fattori hanno silenziosamente contribuito alla progressiva crisi del SSN: il mutamento delle condizioni demografiche, economiche e sociali, la crescente introduzione sul mercato di false innovazioni, le conseguenze della modifica del Titolo V della Costituzione, il perpetuarsi delle ingerenze della politica partitica nella programmazione sanitaria, la “grande incompiuta" dei LEA, la gestione delle aziende sanitarie come “silos” in competizione continua, l’evoluzione del rapporto paziente-medico e l’involuzione del cittadino in consumatore».

«In questo contesto particolarmente critico – conclude Cartabellotta –  teatro di un confitto istituzionale tra Stato e Regioni che ha ormai assunto toni esasperati, il prossimo esecutivo dovrà identificare una linea politico-programmatica multi-stakeholders per fornire risposte di sistema a cinque questioni chiave per la sopravvivenza della sanità pubblica. Il SSN è realmente sotto-finanziato? Il modello di politica sanitaria che ha generato 21 sistemi regionali deve essere ripensato?  La modalità di organizzazione e gestione delle Aziende sanitarie è adeguata? Come i professionisti sanitari devono contribuire alla sostenibilità del SSN? Quali sono le responsabilità di cittadini e pazienti?»

Ulteriori informazioni a: www.salviamo-ssn.it


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16 marzo 2013
Report 8a Conferenza Nazionale GIMBE. Evidence, Governance, Performance

Si è appena conclusa l’8a edizione della Conferenza Nazionale GIMBE, un evento gratuito senza sponsor per oltre 400 partecipanti provenienti da tutte le regioni italiane e rappresentativi di tutte le professioni sanitarie.

La lettura inaugurale del Presidente Nino Cartabellotta,  Il diritto alla salute tra tagli e riforme. E’ possibile salvare il SSN? ha lanciato le proposte della Fondazione GIMBE per migliorare la sostenibilità della Sanità pubblica, in un momento di grande incertezza politica ed economica.

A seguire si è svolta la cerimonia di consegna del premio Evidence istituito dalla Fondazione GIMBE: il riconoscimento è stato assegnato al Prof. Luigi Pagliaro, professore Emerito di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Palermo, per “aver praticato e insegnato l'Evidence-based Medicine, prima del suo battesimo ufficiale”.

Si è quindi articolata una variopinta kermesse di progetti realizzati nelle organizzazioni sanitarie italiane, dimostrando che “Evidence, Governance, Performance” sono gli ingredienti fondamentali per garantire la qualità dell’assistenza in un regime di risorse limitate.

Il GIMBE Award individuale è stato assegnato al progetto presentato da Carlo Longato, della ULSS 9 di Treviso. Il GIMBE Award Young è andato ex aequo a Camilla Boeri dell’Ospedale San Giacomo di Ponte dell’Olio (PC) e a Carlo Barbetta dell’Università degli Studi di Ferrara. L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi e l’Azienda Sanitaria Locale TO3 si sono aggiudicate ex aequo il GIMBE Award aziendale.

Infine, sono state presentate le iniziative 2013 della Fondazione GIMBE, tra cui il progetto Salviamo il SSN, il bando per l’erogazione di 30 borse di studio nell’ambito del progetto GIMBE for Young e la EBHC International Joint Conference.

Il report integrale dell’evento è disponibile online: www.gimbe.org/conferenza2013-report


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14 marzo 2013
Bando per l’erogazione di 30 Borse di Studio

In occasione della 8a Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, Royal Hotel Carlton, 15 marzo 2013), sarà pubblicato un bando per l’erogazione di 30 borse di studio, ciascuna del valore di € 800,00, destinate a studenti, neolaureati e specializzandi in Medicina e Chirurgia e Professioni Sanitarie.

Le borse di studio, interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE nell’ambito del progetto GIMBE for Young, saranno destinate alla partecipazione al corso di formazione “Evidence-based Practice”, permettendo agli assegnatari di acquisire l’EBP core curriculum, set di conoscenze, attitudini e skills necessarie a tutti i professionisti sanitari, certificato dall’EU-EBM Unity Project.

Per ulteriori informazioni: www.gimbe-for-young.it

La scadenza del bando è fissata al 13 settembre 2013.


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12 marzo 2013
8a Conferenza Nazionale GIMBE - GIMBE Awards

In occasione della Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, Royal Hotel Carlton, 15 marzo 2013) è prevista la cerimonia di consegna dei GIMBE Awards.

Giunti alla 3a edizione, i riconoscimenti istituiti dalla Fondazione GIMBE saranno assegnati a professionisti e organizzazioni che si sono distinti per la qualità dei progetti presentati.

Tre le categorie previste: GIMBE Award individuale, GIMBE Award for Young, GIMBE Award aziendale.

I vincitori si aggiudicheranno un curriculum formativo GIMBE del valore di € 2.500,00.

Appuntamento il 15 marzo 2013 al Royal Hotel Carlton, Via Montebello 8, Bologna.


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8 marzo 2013
8a Conferenza Nazionale GIMBE - Consegna Premio Evidence

In occasione della Conferenza Nazionale GIMBE (Bologna, 15 marzo 2013) è prevista la cerimonia di consegna del premio Evidence.

Istituito dalla Fondazione GIMBE, il premio Evidence sarà assegnato a una personalità del mondo sanitario che si è particolarmente distinta per l’impegno nella diffusione e applicazione delle migliori evidenze scientifiche alla pratica clinica, al management delle organizzazioni sanitarie e alle decisioni di politica sanitaria.


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14 febbraio 2013
8a Conferenza Nazionale GIMBE. Evidence, Governance, Performance

In un momento particolarmente critico per il SSN ritorna l’appuntamento con la Conferenza Nazionale GIMBE per affermare che il diritto costituzionale alla salute non coincide con l’accesso indiscriminato a servizi e prestazioni sanitarie.

Alla lettura inaugurale del Presidente Nino Cartabellotta dal titolo “Il diritto alla salute tra tagli e riforme. E’ possibile salvare il SSN?”, seguiranno le presentazioni di 16 contributi selezionati per dimostrare che tre parole chiave possono garantire la qualità dell’assistenza in un regime di risorse limitate:

Evidence: integrare le migliori evidenze nelle decisioni clinico-assistenziali e organizzativo-gestionali.

Governance: attuare l’approccio di sistema al governo clinico.

Performance: misurare, per migliorare, le varie dimensioni della qualità assistenziale a livello individuale, di team e dell’intera organizzazione.

Tutti i professionisti e le aziende sanitarie devono contribuire alla sostenibilità del SSN, indirizzando le risorse e la domanda dei cittadini verso interventi sanitari efficaci, appropriati e sicuri, per un’assistenza sanitaria “centrata sul paziente, basata sulle evidenze, ad elevato value e consapevole dei costi”.

L’evento è sostenuto interamente dalla Fondazione GIMBE senza apporto di alcuno sponsor, istituzionale o commerciale.

La partecipazione alla Conferenza è gratuita (www.gimbe.org/conferenza2013).


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15 gennaio 2013
Registrare tutte le sperimentazioni cliniche e riportare tutti i risultati

I risultati di migliaia di trial clinici non sono mai stati pubblicati e, ancora oggi, numerosi trial non vengono registrati: di conseguenza le evidenze scientifiche emerse da questi studi, perdute per sempre, non raggiungeranno mai professionisti sanitari e ricercatori, determinando errate decisioni cliniche, mancate opportunità per migliorare la pratica professionale e inutili ripetizioni di sperimentazioni con ingente spreco di risorse.

É arrivato il momento di registrare tutte le sperimentazioni cliniche e riportarne tutti i risultati, perché la loro pubblicazione produce indubbi benefici per i pazienti, i ricercatori, i professionisti sanitari e le agenzie regolatorie di tutto il mondo. 

La Fondazione GIMBE sostiene la petizione internazionale AllTrials affinché tutti i trial pregressi e attuali vengano registrati, riportando integralmente metodi e risultati, ed esorta istituzioni, agenzie regolatorie, enti di ricerca e comitati etici a intraprendere tutte le azioni necessarie per raggiungere questo irrinunciabile obiettivo.

La petizione può essere firmata su www.alltrials.net


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10 dicembre 2012
Livelli Essenziali di Assistenza: la grande incompiuta?

“IN UNO SCENARIO PARTICOLARMENTE CRITICO PER IL SSN È MOLTO ISTRUTTIVO RILEGGERE IL DPCM CHE NEL 2001 HA INTRODOTTO I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA”

Lo afferma il Dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – sul Sole 24 Ore Sanità, aggiungendo che i principi base enunciati nel DPCM  «se correttamente e uniformemente attuati, avrebbero potuto apportare uno straordinario contributo alla sostenibilità del SSN, perché attestano la volontà del legislatore di integrare le migliori evidenze scientifiche nelle decisioni di politica sanitaria, in particolare nel finanziamento di servizi e prestazioni sanitarie essenziali». Il DPCM sui LEA afferma, infatti, che il SSN può rimborsare con il denaro pubblico solo gli interventi sanitari di documentata efficacia, facendo esplicito riferimento alle evidenze scientifiche. Viceversa, servizi e prestazioni sanitarie inefficaci, inappropriati o caratterizzati da una limitata costo-efficacia non rientrano nei LEA. Infine, in assenza di prove di efficacia definitive, l’erogazione di interventi sanitari innovativi deve avvenire solo all’interno di specifici programmi di sperimentazione.

Tuttavia, prosegue il Presidente «la progressiva resistenza delle autonomie regionali a riconoscere un decreto centralista, la mancata attuazione dei principi evidence-based e il ritardo nell’aggiornamento e nell’espansione degli elenchi di servizi e prestazioni hanno ridimensionato i LEA a strumento per identificare, rispetto all’impiego delle risorse assegnate, le Regioni virtuose (adempienti) e quelle dissennate (rinviate al Piano di Rientro)».

Il futuro dei LEA? «L’articolo 5 del Decreto Balduzzi – conclude Cartabellotta – contiene solo una “dichiarazione di intenti” che annuncia l’aggiornamento dei LEA (con riferimento a malattie croniche, malattie rare e ludopatia) entro il 31 dicembre 2012, e del nomenclatore tariffario entro il 31 maggio 2013».


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4 dicembre 2012
La Fondazione GIMBE pubblica la versione italiana del CONSORT Statement 2010

I trial controllati e randomizzati (RCT) costituiscono il gold-standard della ricerca clinica per valutare l’efficacia degli interventi sanitari, grazie alla loro capacità di minimizzare i bias rispetto ad altri studi. Tuttavia, consistenti evidenze scientifiche dimostrano che un reporting inadeguato dei RCT, oltre a impedire ai lettori di valutare affidabilità e validità dei risultati, può sovrastimare l’efficacia degli interventi sanitari.

Il CONSORT (CONsolidated Standards of Reporting Trials) Statement è la linea guida di riferimento finalizzata a migliorare la qualità del reporting dei RCT. Una recente Cochrane review dimostra, infatti, che il reporting dei trial pubblicati in riviste che aderiscono al CONSORT è più completo rispetto a quelli pubblicati in riviste che non supportano il CONSORT.

Grazie alla Fondazione GIMBE, che ne ha sostenuto la traduzione e la pubblicazione, è oggi disponibile per tutti i professionisti sanitari, la versione italiana sia del CONSORT Statement 2010, sia del relativo Documento di Spiegazione ed Elaborazione.


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19 novembre 2012
La Fondazione GIMBE pubblica la versione italiana degli standard GIN per la produzione di linee guida

Il numero di linee guida prodotte in tutto il mondo è aumentato in maniera esponenziale, tanto che medici, pazienti e altri stakeholders devono spesso destreggiarsi tra numerose linee guida di variabile qualità, talvolta anche discordanti.

Il Guidelines International Network (G-I-N) ha recentemente pubblicato i requisiti minimi per produrre linee guida affidabili di elevata qualità: la composizione del gruppo di lavoro, il processo decisionale, i conflitti di interesse, gli obiettivi, le metodologie di produzione, la revisione delle evidenze, la base delle raccomandazioni cliniche, il rating delle evidenze e delle raccomandazioni, i processi di revisione, aggiornamento e finanziamento delle linee guida.

Grazie alla Fondazione GIMBE, che ne ha sostenuto la traduzione e la pubblicazione, è oggi disponibile la versione italiana degli standard G-I-N: www.evidence.it/gin


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13 2012
Etica della spending review: razionamento o riduzione degli sprechi?

“SE L’ETICA DEL RAZIONAMENTO APPARTIENE ALLA POLITICA SANITARIA, L'ETICA DELLA RIDUZIONE DEGLI SPRECHI È INDISSOLUBILMENTE LEGATA ALLA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI”.

Lo afferma il dott. Nino Cartabellotta – Presidente della Fondazione GIMBE – sul Sole 24 Ore Sanità, aggiungendo che «La principale obiezione etica al razionamento è che ciascun medico, per mantenere il rapporto fiduciario con ciascun paziente, finisce per soddisfare tutte le sue preferenze e aspettative, senza considerare i costi sostenuti dalla comunità. Tuttavia, quando le risorse si esauriscono questa obiezione è priva di senso, perché i pazienti privi di livelli essenziali di assistenza sono persone reali verso cui l’intera classe medica è obbligata a mantenere un rapporto fiduciario collettivo».

 

«Oggi, il dibattito etico – prosegue il Presidente – si può risolvere solo identificando come sprechi tutti i costi sostenuti per interventi sanitari inefficaci e/o inappropriati che, oltre a non determinare alcun beneficio, spesso causano eventi avversi che generano altri costi».

«Purtroppo – conclude Cartabellotta – se un tempo i medici, nel rispetto della loro integrità professionale, rifiutavano di offrire trattamenti inutili, anche quando richiesti dai pazienti, oggi consistenti evidenze dimostrano che interventi sanitari inefficaci e/o inappropriati vengono prescritti non solo per le richieste dei pazienti sempre più insistenti, ma anche per decisione autonoma dei professionisti condizionata dalla resistenza al cambiamento, dai conflitti d’interesse, da prove di efficacia insufficienti o distorte».


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17 febbraio 2012
7a Conferenza Nazionale GIMBE - Evidence & Governance per la sostenibilità della sanità pubblica

7a Conferenza Nazionale GIMBE
Evidence & Governance per la sostenibilità della sanità pubblica
Bologna, 17 febbraio 2012

Torna l'appuntamento con la Conferenza Nazionale GIMBE, dal 2006 una vetrina per condividere esperienze e progetti d’eccellenza che le organizzazioni sanitarie italiane portano avanti con grande determinazione.

 

La conferenza sarà inaugurata dalla lettura del presidente della Fondazione GIMBE - dott. Nino Cartabellotta - dal titolo “La salute non ha prezzo, ma la sanità costa a tutti”. In un momento in cui è a rischio la sostenibilità del sistema sanitario nazionale, solo l'integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni (professionali, manageriali e politiche),  l'approccio di sistema al governo clinico  e la definizione di criteri di appropriatezza clinica e organizzativa  possono permettere di definire  quali interventi sanitari rimborsare con il denaro pubblico.

 

Il grande interesse della sanità italiana per le tematiche della Conferenza è documentato dai 154 abstract pervenuti da organizzazioni sanitarie e professionisti impegnati nella diffusione dell'Evidence-based Practice e nella realizzazione di progetti di Clinical Governance.

 

In occasione della conferenza verrà presentata la Fondazione GIMBE, con il suo nuovo network di siti web ed Evidence, rivista metodologica a libero accesso. L’evento costituirà inoltre l’occasione per il lancio del progetto GIMBE for Young destinato a studenti e professionisti sanitari fino ai 30 anni

Per ulteriori dettagli sul programma allegato: www.gimbe.org/conferenza2012

La segreteria è disponibile per ulteriori informazioni: tel. 051 5883920 - e-mail: info@gimbe.org

 

Roberto Luceri

Responsabile Ufficio Stampa

GIMBE
Via Amendola 2 - 40121 Bologna
Tel. 051 5883920 – Fax 051 4075774
E-mail ufficio.stampa@gimbe.org


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3 maggio 2011
Qualità delle linee guida. La Fondazione GIMBE pubblica la versione italiana di AGREE II

Secondo la definizione dell’Institute of Medicine (1990) le linee guida sono «raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte con metodi sistematici per assistere medici e pazienti nel decidere le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche».

Oggi le linee guida costituiscono uno strumento di governo clinico per definire standard assistenziali con cui valutare le performance di professionisti e organizzazioni sanitarie; tuttavia, considerato che i benefici potenziali delle linee guida sono proporzionali alla loro qualità, è indispensabile disporre di uno strumento di valutazione standardizzato.

Con questo obiettivo nel 2001 nasce lo strumento AGREE (Appraisal of Guidelines for Research& Evaluation), divenuto negli anni il riferimento internazionale per valutare la qualità delle linee guida.

Nel 2010 l’AGREE NextStepConsortium ha pubblicato AGREE II, la nuova versione dello strumento.

Grazie alla Fondazione GIMBE, che ne ha sostenuto la traduzione e la pubblicazione, è oggi disponibile la versione italiana ufficiale di AGREE II.


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25 novembre 2009
Convention Nazionale - L' Eccellenza Professionale nell'era della Clinical Governance

L’Eccellenza Professionale nell’era della Clinical Governance

Formazione continua, modifica dei comportamenti, valutazione delle performance

GIMBE organizza a Bologna il 27 novembre 2009, la Convention Nazionale “L’Eccellenza Professionale nell’era della Clinical Governance”.

A seguito della prima Conferenza Nazionale sull’ECM svoltasi a Cernobbio, saranno condivisi con i responsabili degli uffici di staff delle organizzazioni sanitarie, metodologie e strumenti per progettare una formazione continua efficace nel modificare i comportamenti professionali e per standardizzare la valutazione delle performance individuali e di sistema.

Due rilevanti esperienze aziendali e l'innovativa modalità di coinvolgimento dei partecipanti con il televoter arricchiranno il programma dell'evento.

Appuntamento a Bologna!


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23 ottobre 2009
infoSANITA’: la tua bussola per navigare nella sanità italiana

infoSANITA’: la tua bussola per navigare nella sanità italiana

 

GIMBE annuncia che dal 22 ottobre è online infoSANITÀ (www.infosanita.org), l'innovativo portale che archivia tutta la sanità italiana.

Grazie a una semplice interfaccia grafica, alle diverse modalità di ricerca (geografica, per categoria, libera) e al costante aggiornamento dei dati, infoSANITÀ si presenta a professionisti e utenti come insostituibile bussola per orientarsi nell’articolato e complesso mondo della sanità italiana.

Il database di infoSANITÀ, oltre ad Aziende Sanitarie pubbliche e private, archivia tutti i contatti istituzionali di Enti del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, Università, Ordini e Collegi Professionali, Società Scientifiche, Comitati Etici, industria.

L'accesso al sito è gratuito e non richiede registrazione.

www.infosanita.org


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