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Protocollo Agenas-GIMBE



SIGLATO L’ACCORDO TRA LA AGENZIA NAZIONALE PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI E LA FONDAZIONE GIMBE: AL VIA SPERIMENTAZIONI NAZIONALI, REGIONALI E AZIENDALI FINALIZZATE A CONSOLIDARE MODELLI OPERATIVI PER IL DISINVESTIMENTO DA SPRECHI E INEFFICIENZE E LA RIALLOCAZIONE DELLE RISORSE IN SERVIZI ESSENZIALI E INNOVAZIONI

«Le migliori evidenze scientifiche – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – dovrebbero guidare tutte le decisioni professionali, manageriali e politiche che riguardano la salute delle persone. In realtà oggi l’inadeguato utilizzo delle evidenze è ampiamente documentato in sanità, a livello di cure primarie e nell’assistenza ospedaliera, nella medicina generale e in tutte le discipline specialistiche. Infatti, audit clinici condotti in vari setting assistenziali dimostrano che rilevanti evidenze scientifiche non vengono adeguatamente trasferite nella pratica, determinando da un lato il sovra-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie inefficaci o inappropriati, dall’altro il sotto-utilizzo di quelli efficaci e appropriati, generando così imponenti sprechi nei sistemi sanitari».

La sostenibilità di qualunque sistema sanitario, indipendentemente dalla sua natura e dalla quota di PIL destinata alla sanità, non può più prescindere da un’adeguata governance del processo di trasferimento delle conoscenze alla pratica clinica e all’organizzazione dei servizi sanitari: «L’obiettivo del Protocollo di Intesa – precisa Francesco Bevere, Direttore Generale dell’Agenas – è proprio quello di realizzare, in linea con gli indirizzi del Ministero della salute e con la collaborazione delle Regioni, sperimentazioni nazionali, regionali e aziendali finalizzate a consolidare modelli operativi per il disinvestimento da sprechi e inefficienze e la riallocazione delle risorse in servizi essenziali e innovazioni. Il processo di disinvestimento riguarderà in particolare il sovra-utilizzo e il sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie (appropriatezza professionale) e l’inadeguato coordinamento dell’assistenza tra differenti setting di cura (appropriatezza organizzativa)».

«Le sperimentazioni – continua Bevere – saranno condotte secondo un approccio di sistema alla clinical governance al fine di favorire il trasferimento delle migliori evidenze alle pratiche professionali e alla riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale, secondo le indicazioni del Patto per la Salute 2014-2016».

«Siamo fiduciosi – conclude Cartabellotta – che in un momento particolarmente critico per la Sanità pubblica, “provata” dalla ripetuta sottrazione di risorse, possano emergere soluzioni innovative per consentire a Regioni e Aziende sanitarie di avviare il virtuoso percorso di disinvestimento e riallocazione, coinvolgendo attivamente professionisti sanitari e pazienti».

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Pagina aggiornata il 12/05/2016